Viareggio, 21 ottobre 2010 - E’ il giorno dell’autopsia sul corpo di Daniele Franceschi. Un’autopsia alla ricerca della verità che la famiglia vuole fortissimamente per sgombrare molti dei dubbi sulla morte dei figlio: dubbi che uno sull’altro stanno diventando un incubo per mamma Anna Cira e per i parenti del ragazzo morto nel carcere di Grasse.

 

Mentre le autorità francesi — a cominciare dal ministero degli Esteri che fa quadrato difendendo a spada tratta l’operato del personale carcerario e medico — continuano a sostenere che "tutta la vicenda è stata seguita con la massima professionalità", non si placano le polemiche sulla quali si è innestato anche il simbolico gesto di sfida del sindaco Luca Lunardini. "Con l’autopsia — ha detto — potremo verificare se il corpo del povero Daniele ha ancora gli occhi: in caso contrario il Procuratore generale francese avrebbe dichiarato il falso". Senza dimenticare le polemiche per il modo in cui è stato conservato il corpo del giovane viareggino nella morgue dell’ospedale di Nizza: anche questo un aspetto dolente di questa sempre più triste e angosciosa storia.

 

Intanto in attesa dell’autopsia ("per la verità io non sono stato ancora informato ufficialmente, l’ho saputo soltanto dai giornali" ha detto) il medico legale dell’Asl Viareggio, Alessandro Grazzini, è stato categorico sull’esame necroscopico esterno e sulle radiografie effettuate sul corpo del ragazzo: "Non ci sono fratture, l’unica perplessità è sulla deviazione del setto nasale. Ben diverso è il discorso sugli occhi: è vero che non sono stati strappati dalle orbite ma non c’è più una goccia di umor vitreo. In pratica il globo oculare è stato svuotato, come se fosse rimasto solo il ‘guscio’. Non voglio entrare in polemica con chi ha fatto il prelievo per le analisi tossicologiche, ma in genere servono uno, al massimo due centimetri cubici. Invece per Daniele sono stati prelevati sicuramente oltre venti centi centimetri cubici: a quel punto l’occhio ha perso consistenza, si è come atrofizzato. E’ chiaro che chi vede il volto di Daniele si fa una certa idea...". Grazzini ha anche ribadito come "la conservazione del corpo da parte delle autorità francesi non è stata fatta seguendo i normali criteri di medicina legale da seguire in casi del genere".

 

Ma oggi è il giorno dell’autopsia, un compito che la famiglia di Daniele Franceschi ha affidato al professor Lorenzo Varetto, una personalità di spicco del mondo medico, già impegnato nelle indagini del giallo di Cogne e in quello di Garlasco. Prima di recarsi all’obitorio dell’ospedale unico, Varetto avrà un incontro operativo con i legali della famiglia Franceschi, Maria Grazia Menozzi e Aldo Lasagna.