Viareggio, 20 ottobre 2010 - ''La situazione delle carceri francesi è scandalosa e indegna del nostro Paese''. Pierre Botton, fondatore e presidente dell'associazione 'Les prisons du coeur' non usa mezzi di termini. Botton non parla per 'sentito dire', ha vissuto lui stesso, sulla sua pelle, l'esperienza della galera scontando una lunga pena nella carceri transalpine per appropriazione indebita, tra cui un lungo periodo proprio nella prigione di Grasse, la stessa dalla quale Daniele Franceschi è uscito soltanto da morto.

 

Botton, che collabora con l'attuale ministro della Giustizia Michelle Alliot-Marie per migliorare il sistema carcerario transalpino, non ha dubbi: ''Quando entri in una prigione francese non sei più un essere umano. Non c'é alcun rispetto della dignità. Il nostro Paese è evoluto in tutti i settori, tranne che in questo, dove esiste ancora oggi una sorta di universo parallelo, dove è rimasta una cultura di un altro mondo'''.

 

Sul caso di Franceschi, Botton sottolinea che una storia legata ad una ''carta di credito illegale non merita una condanna a morte''. ''Ed e' scandaloso che una bambina di nove anni - riferito alla bimba di Daniele -  perda una padre perché la Francia é incapace di avere un sistema carcerario degno di questo nome. E' una vergogna''. Secondo le dichiarazioni rilasciate da Botton  nelle carceri transalpine muore un detenuto ogni tre giorni. Mentre il 50% dei suicidi avviene nei primi venti giorni di detenzione.