Viareggio, 20 ottobre 2010 - E’ da poco passata l’ora di pranzo quando in via dei Peecchi inizia un inconsueto via vai. I fotografi appostati di fronte alla casa di Marco Antignano e un ragazzo, alto, in completo nero, camicia bianca e cravattino fine, accompagnato da un cameraman, incuriosiscono i vicini e non lasciano molti dubbi: "E’ arrivata la televisione".

 

Ieri in città sono arrivate ‘Le Iene’ che, stasera in prima serata su Italia Uno, trasmetteranno una lunga intervista rilasciata dalla mamma del carpentiere viareggino morto nel penitenziario di Grasse al microfono di Alessandro Sarno. In poco più di un’ora Anna Cira ha ripercorso, di fronte a un obiettivo, i sette mesi più lunghi della sua vita. Per questa occasione in casa Antignano ci sono tutti, o quasi. Oltre alla mamma e al sindaco Luca Lunardini, anche la cugina Maria Grazia Biagini e Marco Antignano con la figlia. Manca Tiziano che da quando ha visto il corpo di suo fratello cadavere sul lettino dell’obitorio dell’ospedale Pasteur di Nizza, si è chiuso nel dolore e non parla più. "Il giorno dell’autopsia francese — spiega Anna Cira —, quando hanno permesso a me e a mio figlio di rivedere Daniele, è stato terribile. Daniele era completamente avvolto dalle bende, anche la testa. Sembrava una mummia. Aveva solo il viso scoperto, un grosso ematoma sul naso e dei graffi sulla guancia. Le sue labbra erano rosa, non violacee come dovrebbero essere quelle di un morto per infarto fulminante. Io e Tiziano ci siamo guardati, ci siamo capiti in un attimo. Mio figlio si è rivolto a me e ha esclamato ‘L’hanno picchiato!’".

 

Mamma Cira alle telecamere parla senza fermarsi incalzata dalle domande di Sarno che, a dispetto del suo ruolo da ‘Iena’, nei momenti più drammatici del racconto le tiene la mano con dolcezza. Marco, lo zio, segue ogni istante con attenzione, non vuole che Anna si dimentichi di dire niente. Infatti non si trattiene e interrompe l’intervista-fiume. "E’ importante ricordare — dice Marco — che Daniele il giorno prima di morire aveva scritto una lettera, che oggi ha un suono inquitante".

 

Daniele lavorava nella cucina del carcere, si occupava di etichettare i prodotti alimentari. Tutto il giorno i soliti gesti, ripetitivi, alienanti. "Nella lettera mio nipote scrisse: ‘Ho fatto una cazzata. Ero esausto mi sono seduto e un secondino mi ha richiamato al lavoro, mi ha ordinato di alzarmi. Io ho risposto di no, ero troppo stanco. Ora speriamo che non me la facciano pagare’". Alla luce di quello che sarebbe successo il giorno seguente quelle poche righe accendono enormi sospetti.

 

Poi l’odore del caffè appena preparato si diffonde nella stanza. Marco Antignano l’ha preparato per tutti, come si fa in segno di ospitalità. Ospitalità che Anna Cira non ha ricevuto a Grasse quando, per aver manifestato i dubbi sulla morte del figlio di fronte al carcere, è stata prima ammanettata e poi presa a calci. Mamma Anna è a pezzi, la guaina che le tiene strette le due costole inclinate le fa male, ma giura che continuerà a combattere per suo figlio e per la dignità di tutti i detenuti.