Spunta il corvo del palazzo comunale, accuse ai dipendenti: "Fanno bisboccia"

Si parla di bevande e dolcetti in ufficio in barba alle attese degli utenti

Una lettera

Una lettera

Seravezza (Lucca), 31 maggio 2016 - Spunta il ‘corvo’ di palazzo. Un sedicente "dipendente comunale" che fa girare una missiva dai contenuti che, a primo impatto, appaiono ‘scottanti’: si parla di "festini" all’interno del palazzo comunale di Seravezza tra un gruppetto di impiegati pubblici. Ma attenzione: leggendo la nota del pasquino, oggetto della comunicazione anonima sarebbero veri bisbocciamenti (quindi assolutamente nessun contenuto hard) tra alcuni dipendenti comunali – di cui viene fatto nome e cognome – che passerebbero ore di lavoro tra biscotti, bevande e dolcetti, in barba alle attese degli utenti allo sportello e ai cartellini da timbrare per certificare il momento di pausa.

E se costoro sarebbero più intenti a «starnazzare e ridacchiare» piuttosto che a osservare il loro dovere lavorativo, ci sarebbero «i cittadini che ignari attengono nei corridoi che queste belle persone rientrino nel loro posto di lavoro o che invano telefonano a numeri a quali nessuno risponde perchè impegnati a fare festini». Chi scrive si dice «un collega di questi personaggi truffaldini» anche se la lettera appare davvero dubbia: uno scherzo in piena campagna elettorale? Un’insinuazione di dubbio gusto sull’operato di un intero settore comunale?

Resta il fatto che la notizia della lettera che circola ha già fatto il giro del paese, solleticando più di una curiosità sull’identità dei dipendenti presi di mira dall’attento collega che con tanto zelo indica pure le fasce orarie in cui biscotti e bevande vengono gustate in allegria tra una scrivania e l’altra («le pause iniziano solitamente alle 8 e si protraggono fino alle 10 circa tutti i giorni e si ripetono anche nei pomeriggi di rientro dalle 14 in avanti»).

Pare che lo stesso sindaco Ettore Neri abbia minimizzato con ironia sulla veridicità della segnalazione che, guarda caso, giunge puntuale nel bel mezzo della campagna elettorale. Ma se l’attento «dipendente comunale» (che si etichetta anche come «collega di questi personaggi truffaldini») ritenesse di avere solide ragioni da vendere, farebbe meglio a presentare regolare denuncia di quanto è pronto a testimoniare: altrimenti quei veleni di palazzo assumono la forma di un umorismo pronto a svanire in un attimo. Così come quei gustosi biscottini che verrebbero ingurgitati tra una pratica e l’altra.