Nel 2012 fu «riaperto» il condono, ora decine di abusi vanno demoliti

Agitazione in alcuni uffici dove erano state garantite le sanatorie

Palazzo Matteotti, che è stato demolito

Palazzo Matteotti, che è stato demolito

Viareggio, 24 aprile 2015 - Perché in certi uffici comunali c’è un clima di tensione così esasperata che ogni tanto a qualche funzionario saltano i nervi? Colpa dei dirigenti (quelli superstiti) che organizzano male il lavoro? O magari, qua e là, emerge qualche malefatta del passato che agita gli animi? Ogni tanto, in questo comune disastrato come pochi altri in Nord Africa, vengono alla luce storie che hanno del fantastico. Oggi tocca al condono edilizio.

Nel 2012, chissà come e chissà perché, l’ufficio edilizia privata riapre i termini del condono edilizio. E’ uscita una legge in materia? Macché. Alcuni funzionari fanno riaprire i termini, e arrivano alcune decine di richieste per sanatorie relative a piccole infrazioni del passato, magari sfuggite ai tempi del condono «vero», ma diventate importanti or ora, quando il proprietario dell’immobile l’ha messo in vendita. Si tratta di cosucce: un abbaino aperto sul tetto ma non accatastato, una differenza di un metro su una misurazione, una finestra spostata di centimetri rispetto alla concessione originaria. Non sono proprio abusi edilizi gravi, non sono una villa costruita senza permesso, o l’albergo della mafia eretto in riva al mare. Ma le irregolarità impediscono di fare il rogito notarile, e magari il proprietario ha già firmato il preliminare e incassato la caparra. I funzionari convincono decine di persone – in comune di parla di circa 60 pratiche – a fare domanda di condono. Ma poi la procedura si blocca.

Finché esce la normativa regionale che riapre queste piccole sanatorie tecniche per le costruzioni realizzate prima del 1967 e prima del 1985, e tutti tirano un sospiro di sollievo. Ma per poco: la Regione consente sì piccole sanatorie su abusi «tecnici» ante 1985, spesso anche gratuitamente. Ma per quelli dopo il 1985? Ecco che negli ultimi mesi, anche a causa del dissesto e dei prepensionamenti, la musica cambia e alcuni proprietari che hanno fatto domanda di condono finiscono nei guai. Perché chi ha chiesto un condono per un abuso post 1985 non potrà avere la sanatoria: ma nel frattempo si è autodenunciato, e ora il dirigente dell’edilizia privata intende portare a compimento tutte le pratiche.

Per le quali esistono due soli esiti: l’abuso pre 1985 sarà sanato ex lege; l’abuso post 1985 non sarà sanato, e la pratica passerà all’ufficio infrazioni per l’istruttoria della prevista ordinanza di demolizione. Ovvio che il cittadino a cui il funzionario aveva assicurato la sistemazione dell’abuso, e ora si trova nella posizione del fedifrago che si è autodenunciato e va incontro alla demolizione, invece che all’atto di compravendita, girano un po’ le scatole. E così a qualche dipendente comunale cominciano a saltare i nervi (tanto per non confonderci, il lavoratore ricoverato due giorni fa in ospedale non è coinvolto assolutamente in queste vicende). Così, mentre negli uffici saltano i nervi e si diffonde l’agitazione, il nuovo dirigente Franco Allegretti è chiamato a metterci una toppa.

Beppe Nelli