Mercoledì 24 Aprile 2024

"Il Piano paesaggistico va modificato": i comuni delle Apuane contro la Regione

I sindaci delle Apuane, in un consiglio comunale congiunto

CAVE La nuova stesura del Piano paesaggistico della Regione limita l’attività estrattiva

CAVE La nuova stesura del Piano paesaggistico della Regione limita l’attività estrattiva

Viareggio, 28 gennaio 2015 - CI PROVANO, tutti insieme, a cambiare le carte in tavola. I sindaci delle Apuane, in un consiglio comunale congiunto – che include Stazzema, Seravezza, Vagli, Minucciano e Fivizzano – si ritroveranno domani alle 17 nel palazzo della cultura di Cardoso per discutere ancora del piano paesaggistico approvato dalla Regione. A cui contestano, dopo un’iniziale apertura con i territori per la riscrittura congiunta della delibera, una regressione della discussione. Con una mozione congiunta, proposta dal sindaco Maurizio Verona e Ettore Neri e in discussione domani, l’obiettivo è quello di indirizzare la Regione verso un punto di equilibrio «che consenta la prosecuzione delle attività estrattive nelle aree contigue del Parco delle Alpi Apuane secondo criteri di sostenibilità, rispetto del paesaggio e dell’ambiente e nell’ambito di un sistema produttivo orientato sulla filiera locale e sulla creazione di valore aggiunto mediante la trasformazione di marmi di alta qualità in prodotti del manifatturiero di pregio italiano».

Il documento sottolinea dunque il valore storico, culturale e turistico dell’escavazione e la lavorazione del marmo «che qui – prosegue – hanno caratterizzato la cultura, le tradizioni e condizionato le vicende storiche e lo sviluppo sociale». Tra le contestazioni si pone l’accento sull’impostazione del Piano «che sottrae ai Comuni la titolarità della pianificazione all’interno dei piani attuativi. Eccessivamente rigida e di difficile gestione è anche la normativa dedicata alle cave attive, per le quali sembrerebbe sufficiente richiedere, in caso di variante di carattere sostanziale, la valutazione paesaggistica ai sensi del PIT, ma non l’assoggettamento preventivo ad un piano di bacino. Stupisce inoltre che il deliberato della giunta consideri alla stessa stregua le “nuove cave” e gli ampliamenti di cave attive. Così pure emerge con evidenza anche la volontà di blindare, fin dal livello regionale, il tema delle cave dismesse da più di venti anni: criterio questo che rischia di impedire le possibilità reali di riordinare aree oggi compromesse e impedisce ogni possibilità futura di attingere a risorse che potrebbero tornare ad essere strategiche». Con la mozione infine i consigli comunali «rifiutano il fatto che, mediante l’irrigidimento delle prescrizioni si sia voluto sottrarre ai Piani attuativi comunali la possibilità di approfondire gli aspetti e le conoscenze necessarie a produrre una pianificazione capace di una concertazione al rialzo per il bene del territorio e delle comunità».