Caso Franceschi, la sentenza per la morte in carcere: due condanne e un'assoluzione. Parla la madre

Pene lievi, ma è la prima volta che viene condannato il sanitario di un penitenziario francese / UNA SENTENZA ATTESA

La madre di Franceschi

La madre di Franceschi

Viareggio, 29 ottobre 2014 - Due condanne e un'assoluzione per la morte nel carcere francese di Grasse del 37enne operaio viareggino Daniele Franceschi avvenuto nell'agosto 2010. Sono stati condannati a un anno di reclusione e ad un anno di interdizione della professione il medico del carcere transalpino Jean Luis Estrade e l'infermiera Stephanie Colonna. Assoluzione per l'altra infermiera Francoise Boselli.

L'accusa aveva chiesto per omicidio colposo due anni per la Colonna, un anno per Estrade e sei mesi per la Boselli. Alla lettura della sentenza era presente la madre di Daniele Franceschi, Cira Antignano, assistita dagli avvocati Aldo Lasagna e Maria Grazia Menozzi. Pene lievi rispetto alle richieste ma è la prima volta che viene condannato il sanitario di un penitenziario francese. Si ipotizzarono subito responsabilità per i sanitari che avevano sottovalutato l'entità dell'infarto accusato dietro le sbarre dal povero Daniele.

"Per la Francia è una sentenza storica come hanno confermato anche i nostri colleghi francesi, è la prima volta che vengono condannati un medico e una infermiera di un carcere in Francia". Lo ha detto l'avvocato Aldo Lasagna che ha difeso la madre del ragazzo viareggino morto nel carcere di Grasse, commentando la sentenza. A Grasse, in segno di solidarietà con Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, era presente anche una delegazione dei familiari della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.

"Nessuno mi restituirà Daniele" ma adesso "anche se le pene sono state ridotte, rispetto alla richiesta, è arrivata una sentenza che ha riconosciuto le responsabilità di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto nulla per salvare la vita al mio Daniele". Così Cira Antignano, la mamma di Daniele Franceschi, commenta la sentenza del tribunale di Grasse. "Quello che chiedo - ha aggiunto - è la restituzione degli organi, sono ormai anni che lotto per questo, ma non sono riuscita ad ottenerli, e ora che siamo giunti a questo epilogo, mi sembra che sia legittimo che almeno questo debbano farlo". Cira Antignano ha ringraziato "tutti coloro che mi sono stati vicino in questo lungo percorso fatto di dolore, fra questi i familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio con i quali abbiamo allacciato un rapporto fraterno. Ci siamo fatti coraggio e forza assieme, perché siamo stati lasciati soli, anche in questo mio ultimo viaggio in Francia", sottolineando che "l'unico che mi ha inviato una lettera di vicinanza è stato il presidente della Regione Enrico Rossi. Poi sono stata completamente abbandonata dalle istituzioni alle quali mi sono rivolta nel corso di questi anni".