Carnevale bagnato, corso sfortunato. Poca gente in Passeggiata e sui carri

Prende corpo una sfilata di recupero ma il meteo non incoraggia

La sfilata dei carri è proseguita fra una pozzanghera e l’altra

La sfilata dei carri è proseguita fra una pozzanghera e l’altra

Viareggio, 29 febbraio 2016 - LO SLANCIO del contadino di «Porca mediocrità», e il salto a due piedi dritto dentro una pozzenghera. Che si allarga, schizza ovunque. Anche chi segue il corso con l’ombrello sotto braccio schivando l’acqua raccolta nelle ‘buette’ del Viale a Mare. Per la Compagnia del Carnevale, di Lebigre e Roger, la pioggia non è un ostacolo, anzi. «In mezzo a loro – dice Gilbert, guardandoseli sfilare davanti – mi sento al sole». Che però non si è visto, nemmeno ieri. Consacrando così, quello 2016, come il Carnevale più sfortunato di... sempre? Sì, diciamolo. «Mancano le cavallette – prova a stemperare l’uggia Umberto Cinquini – poi abbiamo finito l’album delle piaghe di Viareggio». Con un misero incasso di 71mila euro, che bastano appena per coprire le spese di organizzazione della singola sfilata, le cose si mettono male. Davvero male in ottica di pareggio di bilancio, traguardo che ora si vede col binocolo. Perfino il commissario della Fondazione, Stefano Pozzoli, adesso prende in considerazione l’ipotesi di organizzare un corso di recupero. Dalla tribuna guarda la piazza Mazzini, ancor prima di ricevere i dati dal botteghino, e la sensazione è netta: «c’è poca gente. Ma per chi è venuto nonostante le previsioni impietose – dice – dovevamo offrire il nostro spettacolo». Aspetterà qualche giorno prima di sciogliere la riserva, «vediamo cosa annunciano i bollettini meteo, e a metà settimana prenderemo una decisione». Ad oggi il meteo non preannuncia niente di buono, né per sabato sera e neppure per domenica, eventuale data per un corso di recupero.

Tornando al corso: c’è voluto del fegato per uscire dagli hangar. Per staccarsi dal divano e mascherarsi. Tanti hanno abbandonato la sfida, e infatti i carri ieri non traboccavano di figuranti. Lo stesso le carrette. Eppure, prima della fuga alla Cittadella quando la perturbazione ha iniziato a sfogarsi sulla città, Viareggio ha fatto il Carnevale. O almeno ci ha provato, e tanto vale. In un clima di totale anarchia gli ‘operai’ di Work in Progress hanno abbandonato il carro per buttarsi in un abbraccio collettivo ai piedi della costruzione, giusto il tempo di una foto con il loro carrista Carlo Lombardi: «Sono orgoglioso di voi – scriverà in serata su Facebook – e della vostra voglia di divertimento, che ogni domenica anima e rende vivo il nostro Carnevale». Impossibile non sentirsi orgogliosi di questa città, che non ha paura di sporcarsi le scarpe quando piove sul bagnato. Che ci mette la faccia, e sorride. Forse è questa la «Polvere di sole» che intendeva Egisto Malfatti. Ed ognuno di quesi sorrisi è stato un granello di quella polvere.