Camera del lavoro, picchetto della Cgil

La protesta dopo la rimozione di Bindocci e le novità 'made in Lucca'

Protesta della Cgil

Protesta della Cgil

Viareggio, 7 ottobre 2015 - I membri del direttivo provinciale della Cgil, ieri convocatisi a Viareggio per designare il nuovo segretario della Camera del lavoro, sapevano che avrebbero trovato il «comitato di accoglienza». Così sono arrivati all’una per evitare la contestazione. Il picchetto delle 15, di protesta contro la rimozione di Massimiliano Bindocci e l’accorpamento con Massa, li ha trovati già dentro. Ma poi i circa 150 delegati sono saliti per partecipare all’assemblea, anche se molti non sono riusciti a entrare perché la sala era piccola. Franco Chiriaco ha mandato via anche i giornalisti.

Chiarissima la dichiarazione iniziale di Bindocci: «Chiriaco (il segretario provinciale, Ndr) ha detto che è venuto per ricostruire la Camera del lavoro e mi ha chiesto se ero disponibile a dare una mano. Ma con questa segreteria non sono disponibile a svolgere il ruolo di responsabile di zona. Per rifondare la Camera del lavoro e ridarle dignità i buoni propositi non sono sufficienti. Sono disponibile a dare una mano ma solo con un’altra dirigenza provinciale della Cgil». Amen. E siccome tanti delegati sono rimasti fuori, Bindocci e altri hanno chiesto di «aggiornare perché non era possibile un contraddittorio tra le parti». Contraddittorio inevitabile. In oltre 600, nei giorni scorsi, hanno firmato la petizione «Per un sindacato vicino alla base e autonomo da certa politica». L’appello rivolto alla dirigenza toscana e lucchese della Cgil chiede l’annullamento della revoca di Bindocci che sembra «una punizione per una condotta poco allineata che confonde la qualità dell’affidabilità di un funzionario con la mera fedeltà ai capi». Molte le tesi difensive del sindacalista rimosso, con una conclusione chiara: «Una sua rimozione sarebbe una vittoria di una certa politica e di una gestione dirigistica del sindacato». Alla mozione è mancato il coraggio di dire chiaramente chi è il rappresentante di «certa politica».

Al picchettaggio è stato distribuito un volantino intitolato «La Cgil della Versilia non è patrimonio dei gruppi dirigenti ma appartiene a tutti gli iscritti», con la riproduzione del famoso disegno di Homer dei Simpson’s che imita l’«Urlo» di Munch. Pesanti due frasi con la richiesta che la Cgil «sia la casa dove si combattono i diritti negati e non dove si fanno operazioni di apparato»; e l’affermazione che «le scelte per il territorio fatte senza coinvolgimento dei lavoratori e dei delegati non appartengono ai valori e alla storia della Cgil». Durante l’assemblea una ventina di segretari delle categorie Cgil hanno contestato la linea provinciale. E’ stato riferito che a favore di Chiriaco abbiano parlato solo l’ex responsabile di Viareggio, Paolo Bruni, e Enrico Profeti. I delegati che non avevano trovato posto in sala se ne sono andati, i 60 rimasti hanno sentito il segretario provinciale che: nonostante le accuse tirerà a diritto senza cambiare la decisione dell’accorpamento e della sostituzione di Bindocci; e farà la nuova assemblea in un altro luogo. Così, finito il «confronto», Massimiliano Bindocci ha dichiarato: «La sergeteria provinciale non cambia atteggiamento nonostabte l’insofferenza di oltre 100 delegati per la sua gestione. Credo che l’unica risposta a queste logiche oligarchiche sia dare voce ai lavoratori facendo un congresso straordinario dove si decida il futuro della camera di lavoro, e si mandi a casa questo gruppo dirigente che è secondo me il responsabile della confusione creatasi nella Cgil a Viareggio, avendo gestito in modo inadeguato il mio avvicendamento: con una mail e dicendolo a tutti fuorché a me se non all’ultimo».