Condannata la badante italiana infedele: aveva rubato quadri nella casa dove lavorava

La 35enne camaiorese Cinzia M. era stata accusata dalla Procura dopo una laboriosa indagine

Toghe, tribunale

Toghe, tribunale

Camaiore, 1 aprile 2015 - Ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato la badante italiana, la 35enne camaiorese Cinzia M., che era stata accusata dalla Procura - dopo una laboriosa indagine della squadra anticrimine del commissariato - di avere compiuto una serie di furti nell’abitazione dove prestava servizio. La giovane donna era al servizio dell’anziana moglie di un notissimo dirigente di un istituto di credito. In pratica Cinzia M. a più riprese aveva alleggerito l’abitazione portando via diversi quadri d’autore - persino un Maccari e un Fattori per un valore di diverse migliaia e miglia di euro - e poi rivenduti a compiacenti antiquari due dei quali sono stati citati a giudizio in un procedimento penale parallelo a quello che si è concluso ieri. Un processo che ha visto la condanna di Cinzia M. a due anni e sei mesi di reclusione, con seicento euro di multa e una provvisionale alle parti civili (tutelati dagli avvocati Stefano Del Corso e Luigi Versani), vale a dire le nipoti della donna - nel frattempo scomparsa - che era stata derubata dalla badante. Cinzia M. dopo essere stata rinviata a giudizio ha scelto la strada del rito abbreviato di fronte al giudice Simone Silvestri. Insomma il dibattimento è stato ridotto all’osso e il pm ha potuto agire e richiedere la pena sulle prove raccolte - tra l’altro la donna aveva anche restituito una parte della refurtiva rubata: altre era stata invece recuperata in alcuni ‘Compro oro’ in città - alla chiusura delle indagini. Ora il secondo filone del processo proseguirà nel mese di giugno: a giudizio ci sono due antiquari rinviati a giudizio per ricettazione e in subordine per incauto acquisto di una parte della refurtiva proveniente dai colpi compiuti dalla badante nella casa dove prestava servizio.