Renzi si lancia sulla variante di valico: il 23 apre il raddoppio

Di "Autosole Bis" si parla dal 1982. Adesso è realtà

Un'immagine d'archivio della Variante di valico

Un'immagine d'archivio della Variante di valico

Firenze, 17 dicembre 2015 - Quando se ne cominciò a parlare, Matteo Renzi aveva sette anni. Tra pochi giorni, mercoledì 23, il presidente del Consiglio sarà il primo automobilista a lanciarsi sulla variante di valico, quell’Autosole bis che è entrata nelle cronache degli italiani nel 1982. Taglio del nastro nella galleria Sparvo, in Emilia.

Anche perché all’aperto sfuma la poesia, il nuovo casello della Badia sa ancora di cantiere, fino a domenica mattina c’era persino un cartello che avvisava: «Per i viaggiatori, variante di valico chiusa».

Dopo i discorsi, la ‘zampata’ renziana finale. Il premier – da programma – tornerà in auto verso Firenze sul sospiratissimo raddoppio. La strada c’è tutta, 59 chilometri tra La Quercia e Barberino di Mugello. Ma qua e là mancano ‘cose’, anche di non poco conto, come il nodo Poggiolino in Toscana, il secondo casello nuovo dopo quello di Badia. Rimandato almeno a luglio, nelle previsioni del viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini. Lo stesso che ha promesso: i pedaggi non aumenteranno.

Già, i soldi. Nel ’90 si era ottimisti, ce la caveremo con tremila miliardi di lire, si diceva (e si scriveva). Venticinque anni dopo, il raddoppio ci verrà a costare sette miliardi di euro. I conti sono di Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade, in un’audizione in Parlamento. La spiegazione? Le bizze dell’Appennino, colosso dai piedi d’argilla.

La montagna ha venduto cara la pelle: pagheremo la variante quattro volte e mezzo la previsione iniziale. Sono state settimane di lavori a marce forzate, feste e notti sul pezzo, per rispettare la promessa fatta un anno fa da Autostrade e governo. Patto con gli italiani rinfrescato nelle settimane scorse da Nencini che aveva dichiarato sulle nostre colonne: lavoriamo per aprire tutto prima di Natale.

Incertezza e gran riserbo fino all’ultimo sulla data dell’inaugurazione, persino nelle riunioni istituzionali con sindaci e forze dell’ordine, ieri mattina in prefettura a Bologna, il giorno prima a Firenze. Tasto caldo, quello delle squadre in campo.

«Doppio lavoro con 19 persone», l’allarme lanciato dalla Cgil toscana sui dipendenti di Autostrade. La trattativa sindacale è appena all’inizio. Guardandosi indietro: da quest’opera sono passati più di trent’anni di storia italiana e politica. Si litigava già sul raddoppio quando al governo c’era ancora Andreotti. E si litigava a sinistra quando il partitone si chiamava Pds e in Emilia Romagna contava 200mila tessere.

Era il novembre 1995. Compagni contro. Pierluigi Bersani presidente di Regione all’attacco del segretario Massimo D’Alema, che voleva cassare la variante per mandare avanti la Salerno-Reggio Calabria, altra croce d’Italia. L’anno prossimo – promettono – sarà la volta buona anche per quella.