Giovedì 16 Maggio 2024

Ennesimo studio conferma: "Il vaccino trivalente non causa l'autismo" / SCHEDA

Lo studio è stato compiuto su 95mila bambini seguiti per almeno cinque anni tra il 2002 e il 2012. Ma gli scettici aumentano nonostante sia stato provato che il medico autore dello studio che correlava i vaccini all'autismo abbia ricevuto denaro da parte di un avvocato specializzato in cause contro le case farmaceutiche

Un bimbo viene sottoposto al vaccino (Germogli)

Un bimbo viene sottoposto al vaccino (Germogli)

Roma, 21 aprile 2015 - Non c'è nessuna associazione tra autismo e vaccino trivalente, quello contro morbillo, rosolia e parotite, neanche per i bimbi che hanno un fratello con il disturbo neuro-psichiatrico. Lo ha stabilito uno studio su quasi 100mila bambini del Lewin group, in Virginia, pubblicato dalla rivista Jama. "In accordo con altre ricerche su popolazioni diverse - scrivono gli autori - abbiamo osservato che non c'è nessuna associazione tra la vaccinazione e un aumento del rischio di disordini dello spettro autistico". 

Lo studio è stato compiuto su 95mila bambini seguiti per almeno cinque anni tra il 2002 e il 2012, il 2% dei quali con un fratello già colpito da sindrome dello spettro autistico, una condizione che aumenta il rischio fino a 8 volte. "Non abbiamo trovato nessuna evidenza che aver ricevuto una o due dosi di vaccino trivalente sia associato con un aumento di rischio di autismo - sottolineano gli autori - neanche tra bambini che hanno un fratello maggiore con la malattia". La ricerca ha anche confermato che il fatto di avere già un bimbo con disordini dello spettro autistico rende comunque i genitori più sospettosi nei confronti dei vaccini. In questo gruppo i tassi di copertura sono risultati minori di circa il 10%.

MA GLI SCETTICI SONO SEMPRE DI PIU' - Quello appena uscito su Jama è l'ultimo di decine di studi che hanno escluso l'associazione tra vaccini trivalenti e autismo, ma probabilmente non servirà a convincere i 'teorici della cospirazione'. È il parere di Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità. "Lo studio in questione è sicuramente uno dei più ampi, con oltre 95mila bambini coinvolti, ma è solo l'ultimo di una lunga serie - spiega Salmaso -. Da quando è uscita la ricerca, poi rivelatasi falsa, che in teoria dimostrava un legame, i ricercatori di tutto il mondo hanno cercato di riprodurla, ma nessuno ci è riuscito. Nonostante questo non solo viene ancora citata da chi è contro i vaccini, ma in Italia abbiamo avvocati e consulenti di tribunali che si fanno un vanto di essere in contatto con l'autore, che nel frattempo è anche stato radiato dall'ordine dei medici". Secondo Salmaso anche quest'ultimo studio potrebbe non essere sufficiente a far cambiare idea a chi è contro i vaccini. "Chi sostiene questa bufala, così come le altre, lo fa più per sentirsi parte di un gruppo che per effettive considerazioni razionali - spiega -. Per questo è più probabile che questo studio convinca ancora di più quelli che già sono d'accordo, e non abbia nessun effetto sugli altri".

L'ORIGINE DELLA BUFALA - La leggenda metropolitana della correlazione tra vaccino trivalente e autismo ha un inizio preciso, datato 1998. Fu in quell'anno che Andrew Wakefield, un medico inglese, pubblicò su Lancet uno studio su 12 bambini autistici in cui affermava che c'era un legame tra la malattia, alcuni problemi gastrointestinali e l'immunizzazione, poi ufficialmente ritirato dalla rivista nel 2010. Nonostante sia stato poi provato che Wakefield, poi espulso dall'ordine dei medici inglese, aveva ricevuto 500mila sterline da un avvocato specializzato in cause contro le case farmaceutiche, l'articolo è ancora citato ampiamente da siti e organizzazioni contro i vaccini, oltre che da diverse sentenze di tribunali italiani a favore di genitori di bimbi malati. La ricerca, pubblicizzata con una conferenza stampa che ebbe una grandissima risonanza, fece abbassare subito drasticamente le percentuali di vaccinati in Gran Bretagna, in alcuni casi anche al di sotto del 50%. Nel 2002 arrivò la prima 'bordata' nei confronti del medico da parte del Sunday Times. Brian Deer, un giornalista scientifico, scoprì il legame di Wakefield con l'avvocato, e lo stesso medico in un dibattito fu costretto ad ammettere di aver ricevuto 500mila sterline per produrre studi che legassero l'autismo ai vaccini. Lo stesso Deer in una serie di articoli sul British Medical Journal a seguito di una indagine molto approfondita, condotta anche con interviste ai genitori dei malati, scoprì una serie ulteriore di irregolarità nella ricerca. Solo uno dei bambini esaminati da Wakefield, scrive, ha effettivamente una forma di autismo, mentre in tre casi non c'era nessuna patologia. "Contrariamente all'affermazione dell'articolo che tutti i bambini erano normali prima della vaccinazione - prosegue Deer - cinque avevano qualche tipo di problema preesistente. Inoltre i problemi comportamentali che secondo la ricerca erano emersi pochi giorni dopo il vaccino in realtà non erano apparsi se non dopo mesi in diversi bambini, il che mette in dubbio il nesso di causalità".