Valfabbrica, la poltrona a sindaco è questione di famiglia

Due cognati entrambi commercialisti si sfidano per il municipio puntando sulle liste civiche

I due cognati in corsa per la poltrona di sindaco

I due cognati in corsa per la poltrona di sindaco

Perugia, 4 maggio 2015 - Sono cognati, entrambi commercialisti e decisi l’un contro l’altro a conquistare la poltrona di primo cittadino di Valfabbrica. Si tratta di Roberta Di Simone, 47 anni, che con la lista civica «Uniti per Valfabbrica» è scesa in campo sfidando il fratello di suo marito, cioè Maurizio Paparelli, 45 anni, candidato sindaco della lista civica «Per il Bene Comune». Le loro sono due storie estremamente diverse: la Di Simone non è iscritta a nessun partito politico, si dichiara «una civica pura» e ha come unica esperienza amministrativa la carica di assessore al Bilancio, ricoperta dal 1993 al 1997. La sua lista «Uniti per Valfabbrica», è nata dalla fusione di due comitati cittadini e riunisce esperienze amministrative come quelle degli assessori uscenti Walter Bacoccoli e Werter Grasselli alla voce della società civile.

Paparelli invece è in politica dal 2002, è stato vicesindaco del centrodestra dal 2004 al 2005, poi è diventato consigliere di minoranza fino al 2010, quando ha assunto il ruolo di capogruppo in Consiglio comunale. Esponente di Fratelli d’Italia, corre con la lista «Valfabbrica per il bene comune», dove sono presenti politici di lunga esperienza come l’ex sindaco Giancarlo Arcangeli (ha amministrato la città per 25 anni) e Giovanni Brizi. Entrambi i candidati alla poltrona di sindaco puntano a rilanciare l’economia del territorio, puntando sul turismo, l’ambiente e le infrastrutture.

Ma il Caso Valfabbrica ha conquistato le luci della ribalta proprio per il fatto che i due avversari politici sono legati da parentela. Sia Di Simone che Paparelli, però, gettano acqua sul fuoco: «La mia discesa in campo è stata casuale – dice la candidata di ‘Uniti per Valfabbrica’ – dal momento che sono stata individuata da due comitati cittadini come unico possibile anello di congiunzione tra pluralità politiche. Nella mia lista infatti sono presenti centrodestra, centrosinistra e M5S. Insomma, è davvero uno schieramento trasversale. Certo, prima di accettare di correre, ne ho parlato in famiglia». Da parte sua, Paparelli sottolinea: «Mi sono sempre dedicato alla vicende del mio Comune, del resto faccio politica dal 2002. Rispetto la scelta di mia cognata, ma vado avanti per la mia strada. Ad ogni modo, ritengo che la cosa che più conta in campagna elettorale è il massimo rispetto per l’avversario politico. Chiunque sia».

Cristina Belvedere