Ast si riorganizza dopo la maxi-truffa. Sostituiti i dipendenti infedeli

Terni, in arrivo gli addetti alla vigilanza. Mercoledì gli interrogatori

Massimiliano Burelli, amministratore delegato di Ast

Massimiliano Burelli, amministratore delegato di Ast

Terni, 27 giugno 2016 - THYSSENKRUPP-Ast non aspetta e, approfittando anche del consueto fermo di fine mese per l’insaturazione degli impianti, gestisce gli effetti dell’inchiesta «Acciaio sporco», che ha portato a galla la maxitruffa sulla fornitura di inox 304, nonché agli arresti domiciliari otto persone tra cui i quattro «classificatori», cioè gli addetti dell’azienda di viale Brin che secondo l’accusa, con mazzette per 30mila euro complessivi al mese, permettevano l’arrivo del materiale scadente («schifezza» lo definiscono gli inquirenti) al posto del pattuito inox di elevata qualità. L’azienda dell’ad Massimiliano Burelli, che ricopre l’incarico dalla scorso primo aprile e si trova già ad affrontare una vicenda delicata, ha subito individuato i sostituti dei dipendenti «infedeli», peraltro sospesi a scopo cautelativo, ai quali secondo quanto emerso dagli incontri con i delegati sindacali affiancherà, almeno in un primo periodo, anche addetti alla vigilanza.

Non è escluso poi che le procedure siano radicalmente modificate in una fase successiva. E mentre la maxi-inchiesta (8 arrestato e 9 indagati) procede, l’avvocato Emidio Gubbiotti, difensore dei quattro dipendenti Ast ai domiciliari, studia le circa 120 pagine del fascicolo, con trascrizioni di intercettazioni e il resoconto di altri atti istruttori. Mercoledì sono in programma gli interrogatori davanti al gip Maurizio Santoloci, in cui non si esclude che qualcuno degli arrestati si avvalga della facoltà di non rispondere. Ai domiciliari anche il presidente, un consigliere d’amministrazione e un dipendente della lombarda Metal Inox, oltre al legale rappresentante di una ditta di trasporti ternana. Contestata la «corruzione tra privati» ad altri dipendenti Ast, indagati a piede libero.