Delitto Polizzi, la testimonianza di Julia: "Ho visto una figura robusta che ci sparava"

Il racconto della fidanzata di Alessandro Polizzi davanti alla Corte d'assise di Perugia che sta processando Riccardo e Valerio Menenti / AL VIA IL PROCESSO / UN POOL DI ESPERTI PER SCAGIONARE I MENENTI / IL CASO POLIZZI-FOTO / L'AUTOPSIA / JULIA TOSTI RICORDA IL DELITTO

Julia Tosti (foto Crocchioni)

Julia Tosti (foto Crocchioni)

Perugia, 2 ottobre 2014 - I ricordi di Julia Tosti della sera dell'omicidio del fidanzato Alessandro Polizzi raccontano: "Ci stavamo alzando quando ho visto una sagoma che ci sparava". Così, Julia ha testimoniato davanti alla Corte d'assise di Perugia che sta processando Riccardo e Valerio Menenti, padre e figlio (al quale la giovane era stata legata sentimentalmente) accusati di essere rispettivamente l'esecutore materiale e il mandante del delitto.

"Mi trovavo nel mio appartamento di via Ettore Ricci - ha ricordato la Tosti, che rimase ferita a una mano - insieme al mio fidanzato Alessandro e dormivamo da circa un'ora e mezza quando, intorno alle 3, abbiamo sentito picchiare sulla porta. Ci stavamo alzando quando ho visto una sagoma che ci sparava". La giovane ha spiegato, rispondendo a una domanda del pubblico ministero Antonella Duchini,  che l'aggressore "era una persona di forma fisica robusta che a me è sembrata familiare, soprattutto nel momento in cui l'ho visto correre giù per le scale e fermarsi sul pianerottolo". Julia Tosti ha poi aggiunto: "questa figura familiare era Riccardo Menenti".

Rispondendo poi alle domande degli avvocati Luca Maori e Donatella Donati che rappresentano come parte civile lei e i familiari di Polizzi, la Tosti ha rivelato che dopo l'omicidio venne avvicinata da tre ragazzi "non italiani" per farle le condoglianze. In quell'occasione hanno sostenuto - ha rivelato la giovane - di essere stati contattati precedentemente da Valerio Menenti per "fare quello che poi è successo", ma che loro si erano rifiutati.