Il Gubbio ferma anche il Venezia di Pippo Inzaghi

I rossoblù escono a testa alta dal confronto con la capolista, già promossa in serie B

Gubbio-Venezia (Lapresse)

Gubbio-Venezia (Lapresse)

Gubbio, 23 aprile 2017 - Finisce in parità il confronto con la capolista al termine di un incontro piacevole sotto il profilo dell’organizzazione tattica e della qualità di manovra. Il Venezia esce comunque dal «Pietro Barbetti» masticando amaro, soprattutto per i tre legni colpiti nella ripresa rispettivamente da Ferrari (traversa) e Malomo (traversa e montante) nel contesto però di situazioni dove il fuorigioco era molto più di una semplice ipotesi. Nella circostanza la fortuna ha dato una mano ai rossoblù, compensando però una direzione arbitrale che, complice il contributo del primo assistente, non può essere proposta, in linea con la prestazione del fischietto toscano nella prima della stagione a Pordenone, come una «meraviglia».

CONTRO la formazione di Inzaghi che ha stradominato il campionato, che ha infilzato una serie di significativi records e mantiene ancora un appetito straordinario, il Gubbio si è riproposto sui livelli migliori. L’undici di Magi ha giocato con intelligenza, ha presidiato in maniera compatta ogni zona del campo con un sottile gioco a scalare reso possibile dalla puntuale collaborazione dei singoli, ha affidato alle ripartenze l’occasione per «far male». Obiettivo sfiorato almeno in tre circostanze. Gara ben preparata su entrambi ni fronti, interpretata con intelligenza da due squadre che si sono a lungo equivalse. Il Gubbio si copre, si chiude bene, ma prova a far male: al 26’ Ferretti tira fuori di poco, al 29’ è Fabris a concludere alto. Nella ripresa parte più deciso l’undici di casa; Ferri Marini al 5’ devia alto di testa un suggerimento di Ferretti, al 6’ è Vicario a dire no a Valagussa, mentre all’8’ tenta il jolly Romano dalla lunga distanza, al 12’ Giacomarro arriva in ritardo di un soffio su un cross di Casiraghi. Al 30’ la traversa di Ferrari, al 31’ quella di Malone che si ripete al 45’ colpendo il palo.

Giampiero Bedini