Perugia, 16 luglio 2011 - IL MITO alimenta il mito anche perché spesso, come nel caso di Prince, si avvolge di quell’alone di mistero e imprevedibilità che fa lievitare l’interesse dei fans. E il genio di Minneapolis è sicuramente bravissimo a creare suspance prima di ogni suo concerto di cui, fino all’ultimo istante, non si conoscono scaletta nè durata. «Quanto suonerà Prince? Non lo sappiamo, da un’ora e mezzo a cinque ore» è stata la risposta data ai tecnici del palco di Umbria Jazz ieri mattina dal soundman personale del piccolo «principe». I suoi musicisti, dodici (assente a sorpresa però Maceo Parker leggendario sassofonista di James Brown),e la rappresentanza femminile dello show: tre cantanti, due ballerine, la tastierista e la bassista, sono arrivati a Perugia con voli privati nel tardo pomeriggio di giovedì. Di lui invece nemmeno l’ombra fino a poche ore prima del concerto. Qualcuno dice che giovedì ha pernottato a Roma dove forse terrà, a sorpresa, un altro concerto prima di lasciare l’Italia per proseguire il suo tour europeo in Olanda, a Rotterdam. L’eventuale data romana deve fare i conti in ogni caso con il rispetto delle clausole contrattuali di esclusiva stabilite con il festival perugino Immancabili però, a precedere il suo attesissimo arrivo nel backstage dell’Arena (sul cui palcoscenico poi ieri sera si è svolto il mega concerto davanti a migliaia di fans in delirio) le sue richieste: un camerino tutto sui toni scuri con mobili personalizzati realizzati (foto in basso) dall’azienda perugina B-Trade. Nero soprattutto e qualche nota di porpora, il suo colore preferito.

 

Anche la moquette rigorosamente black, sopra alla quale ha trovato posto un salotto composto da poltrone, tavolini e due specchi. Preparata anche una «love seat», una sorta di divano letto sempre in cartone pressato ed ecopelle nera, dove potersi riposare prima (e dopo?) il concerto. Arredi biodegradabili, usa e getta esattamente come richiesto dall’artista. Non solo, il mamagement di Prince aveva disposto anche di non vedere fotoreporter o cineoperatori intorno al palco, salvo cambiare idea, come spesso gli capita e come è successo anche in Francia. Insomma tutto come previsto...nell’imprevisto! Aprendo al festival di Montreal il tour che poi lo ha portato in Europa, alla fine di giugno, Prince ha suonato i 75 minuti da contratto, e poi ha fatto un «bis» di tre ore: in realtà il vero concerto, con Purple Rain, con la cover di Crimson and Clover, con gli omaggi a Sly and the Family Stone e Jimi Hendrix e naturalmente i suoi principali successi. A Las Vegas il concerto era stato anche più lungo, e non si riusciva a farlo smettere. Molto pare dipenda dal tipo di audience e dall’energia della serata perchè Prince è artista capace di esaltarsi e dare il meglio di se soprattutto nel contatto dal vivo con il pubblico. Lo si è visto subito ieri quando si è presentato in scena vestito con dei pantaloni scintillanti color argento, una camicia di seta color senape con una lunga coda dietro, e la sua chitarra in mano. Poche note e la folla ha capito: sì, quella a UJ sarebbe stata una notte davvero speciale...