Perugia, 5 febbraio 2013 - UN PO’ DI SINCERITA’  è pericolosa, molta è assolutamente fatale, diceva il divino Oscar (Wilde). Ma su questo sentiero, dove si è avventurata con felicità di esiti, Donatella Miliani indulge col piacere della scrittrice di razza, di una giornalista di stile che sa cercare il senso dello spirito, il battito del cuore, la forza delle intenzioni nell’altro che le sta di fronte. Appunto: «Uno di noi» il libro fresco di stampa di Intermedia Edizioni diventa un viatico e un esempio per chi voglia cimentarsi con il colloquio a due voci, il dialogo voltato in intervista, il senso piano delle cose e alto della personalità che sta di fronte.

Donatella indaga, ma la sua non è ricerca alla Maigret, piuttosto una limpida prosa su cosa sia il successo, come raggiungerlo, mantenerlo, far fronte alle difficoltà. E’ variegato il punto di osservazione, quello di chi sa interrogare il mondo, e scorrono veloci perché dense di profumi e di risvolti di intelligenza i volti di uomini di sport, di cultura, medici famosi, attori, imprenditori che hanno valicato i confini del territorio. Alla Sala dei Notari, bella e incalzante la presentazione: pubblico partecipe, volti noti e amati, parterre de roi a commentare e dibattere. Al sindaco Boccali il compito dell’esordio puntato sul lato positivo delle cose, su Perugia città di attrazione e di produzione d’ingegni. E la provincia è nozione mai negativa, anzi. Su questo s’è sviluppata la discussione con il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini, pronto a meritati elogi per il risultato di Donatella ma anche a sottolineare con argomentare serrato gli interrogativi su stagnazione cittadina, aereoporto declassato, via in netta salita.

Applausi di rara spontaneità. Brunello Cucinelli, autore della presentazione del libro, ha insistito sul versante opposto e l’assessore Bracco ha battuto sulla vivacità di pensiero, bellezza del trasmettere idee, l’apporto della cultura. Parole di Dante Ciliani, presidente dell’ordine dei giornalisti e dell’autrice. Bravissima, tutti l’hanno rimarcato: in luce un lato nobile del lavoro di redazione. Ben fatto, ironico e garbato, suadente e sollecitante. Del resto la vita è cosa troppo importante perché se ne possa parlare sul serio.
di Mimmo Coletti