«Sosta selvaggia a Monteluce, intervenga la Curia»

I residenti scrivono al vescovo ausiliare monsignor Giulietti per tutelare il piazzale del quartiere

La sosta selvaggia a Monteluce si scatena nelle ore serali

La sosta selvaggia a Monteluce si scatena nelle ore serali

Perugia, 31 marzo 2015 – SULLA QUESTIONE-SOSTA selvaggia nella piazza di Monteluce viene chiamata in causa anche la Curia. La denuncia arriva da Vanni Capoccia, residente della zona in prima linea nella difesa dell’area su cui si affaccia la chiesa di Santa Maria, che ha reso pubblica la lettera inviata a monsignor Paolo Giulietti. Una comunicazione privata, spedita circa un mese fa al vescovo ausiliare di Perugia, rimasta ancora senza risposta.

«SPERAVO potesse servire a far finire questa situazione – fa sapere Capoccia – che invece va avanti». Le foto scattate nei giorni scorsi, infatti, continuano a documentare la presenza delle auto sul sagrato della chiesa, sia nei giorni feriali che in quelli festivi. «Si tratta di un malcostume evidenziato pubblicamente più volte – scrive il residente a monsignor Giulietti – esercitato su un bene pubblico e religioso che, credo, non possa lasciare indifferenti». Per diverse ragioni: «Sia perché da secoli è parte integrante della chiesa – continua – sia perché è una cosa bella che eleva lo spirito di tutti quelli che vedono e vivono quello spazio». Un’opera figlia del Novecento che, insiste Capoccia, «andrebbe salvaguardata e invece viene abusivamente utilizzata come parcheggio». Da chi, evidentemente, non si preoccupa del valore del pavimento su cui poggiano «mattoni antichi e marmo bianco, oltre a un cerchio di pietra rosa d’Assisi». Eppure, per risolvere il problema, sarebbero necessarie poche e semplici mosse. «Bisogna fare ciò che è stato fatto per anni – suggerisce lo scrivente – e cioè tenere sollevato il paletto che impedisce l’ingresso delle auto nel sagrato ed abbassarlo solo per funerali e matrimoni». Cosa che, di recente, era stata fatta con il ripristino del lucchetto su uno dei dissuasori posti all’ingresso della piazza. Ma senza successo. «Basterebbe un po’ di buona volontà tornando a fare ciò che era stato stabilito» conclude Capoccia, ricordando che a pochi metri di distanza, tra via Agostino di Duccio e via Massari, ci sono «altri posti liberi per parcheggiare».

Chiara Santilli