Soltanto una macchina fa respirare Ilaria

Aveva scelto di restare per amore del bambino. Ieri un ulteriore peggioramento

Gli investigatori a lavoro

Gli investigatori a lavoro

Perugia, 9 luglio 2014 - «VIENI A VIVERE con noi alle Canarie, troverai lavoro qui». «Ma no, non posso. La mia vita è qui». Pare che molte volte, nei mesi che hanno preceduto la tragedia di via del Mandorlo, tra Ilaria Abbate, e i suoi genitori abbiano avuto luogo conversazioni del genere. Da una parte mamma e papà, che si erano trasferiti in Spagna da tempo, che cercavano di convincere la figlia a fare i bagagli e a seguirli nell’arcipelago iberico; dall’altra la ragazza di 24 anni, restìa a lasciare il lavoro, gli amici e anche quell’ex compagno morboso che non voleva rassegnarsi alla separazione e che alla fine, domenica, non ha retto alla tensione e ha pensato di risolvere tutto a colpi di pistola. Chissà, magari i genitori di Ilaria volevano semplicemente tenere la figlia e il nipotino vicini a sé, magari invece avevano avuto il sentore di un rapporto «malato» tra Ilaria e Riccardo Bazzurri, molto prima che la situazione degenerasse fino ad assumere i connotati del dramma vero e proprio. 

UN BIVIO del destino, uno dei tanti che si incontrano durante la vita. Ilaria ha scelto di rimanere, non poteva sapere cosa sarebbe accaduto in una domenica mattina di orrore, strazio e sangue. Dubbi e interrogativi che oggi servono a poco. La realtà è l’attesa in ospedale, la speranza di una guarigione miracolosa. 

Spiega l’ufficio stampa dell’Azienda ospedaliera del «Santa Maria della Misericordia»: «Ilaria Abbate è in coma barbiturico, il cuore e i polmoni sono a riposo, è intubata, sedata, alla testa presenta una situazione grave perché l’intervento dei neurochirurghi è stato molto complesso. La sua vita è attaccata ad una macchina. I suoi parametri vengono monitorati minuto per minuto. L’ultima Tac ha evidenziato un peggioramento del quadro neurologico, dunque è negativa rispetto agli esami precedenti». «In tanti anni che sono qui non ho mai visto una scena così raccapricciante», dice Giampaolo Doricchi, coordinatore infermieristico del 118. Il padre di Ilaria (ricoverata al terzo piano) ha raggiunto la stanza «8» del reparto di otorinolaringoiatria dove si trova ricoverata l’altra Ilaria ferita, la Toni. Poche parole per sincerarsi delle condizioni dell’amica che, per sbaglio, si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato quando la rabbia ha annebbiato la mente del carrozziere di Villa Pitignano. Enzo Beretta Luca Vagnetti