Delibere ‘false’ per favorire gli amici. Lorenzetti & co. rischiano la condanna

Sanitopoli al capolinea: ecco le richieste dei pubblici ministeri

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Perugia, 28 ottobre 2014 - NON E’ LA QUANTITÀ. E’ il fatto, piuttosto. Ed è un fatto che ieri i pm Massimo Casucci e Mario Formisano, all’esito dell’istruttoria ribattezzata «Sanitopoli», abbiano chiesto le condanne per tutti. Per l’ex presidente Maria Rita Lorenzetti (capi b ed e) a un anno e 4 mesi (beneficio della sospensione condizionale della pena), per l’ex numero uno dell’Asl 3 Gigliola Rosignoli a un anno e un mese come per Sandra Santoni (ex capo di gabinetto della Lorenzetti); per l’ex direttore della sanità Paolo Di Loreto un anno e 4 mesi, per l’ex assessore Maurizio Rosi un anno e otto mesi. Poi i personaggi minori: Franco Biti (9 mesi); Francesco Ciurnella ( 9 mesi); Giuliano Comparozzi (un anno e 2 mesi), Luca Conti (10 mesi) e Giancarlo Rellini un anno e 2 mesi. PARLANO tre ore i magistrati per convincere il tribunale (presidente Nicla Restivo, a latere Daniele Cenci) che, anche in assenza delle intercettazioni telefoniche (espulse dal processo), ci sono elementi di prova per condannare gli imputati per falso e abuso d’ufficio. Nell’Aula degli Affreschi siedono anche politici e amministratori sotto accusa, dalla Lorenzetti, alla Rosignoli. ​I MAGISTRATI ricostruiscono la vicenda al centro del processo: ovvero le due delibere «in bianco», «un guscio vuoto» le definiscono, che la Giunta approvò senza alcun atto istruttorio a fondamento e senza che fosse ancora pervenuta alcuna richiesta dalle Asl interessate, e che servivano per le assunzioni di personale. E in particolare per assicurare — attacca la Procura — il posto alla Santoni che, con la scadenza del mandato della Lorenzetti, sarebbe tornata all’ente di appartenenza, ovvero al Comune di Foligno, mentre con l’aggiunta di un posto (cambiato a penna sulla delibera da tre a quattro) poteva andare all’Asl della Rosignoli. Insomma, secondo l’accusa si trattò di scatole vuote da riempire poi sia per accontentare la Santoni che per gestire le assunzioni alle Asl in vista delle elezioni. C’era il numero della delibera ma non il contenuto.E questo emerge anche, scandiscono i pm in aula, dai «contrasti» tra quanto dichiarato dalla Lorenzetti, «più scaltra nella predisposizione di una difesa», e dall’ex assessore Rosi. L’UNA PARLA di principi generali, l’altro di richieste orali. La procura ammette che la maxi-inchiesta non ha portato alla luce alcun episodio di corruzione. Ma il «falso sì» e non «potevamo tacerlo». Perchè scegliere i primari è cosa «importante» per la popolazione e truccare le carte non va bene. Il pm Casucci arriva a citare le favole. «I vestiti nuovi dell’imperatore». «E’ vanitoso, ama la sua gente, è amante dei vestiti, finché un giorno arriva un sarto che finge di cucirgli addosso il vestito più bello. Neanche lui si accorge e raccoglie i complimenti di chi ha intorno. In piazza però un bambino dice: ‘il re è nudo’». Erika Pontini e Enzo Beretta