San Filippo Neri, ritrovata la sfera rubata alla chiesa

Reperto restituito dopo l'atto vandalico. Don Vittorio: "Ora bisogna rifare il basamento, c'è un benefattore"

La palla ritrovata e Don Vittorio

La palla ritrovata e Don Vittorio

PERUGIA, 25 agosto 2015 -  QUEL che non ti aspetti: una lieta fine di una vicenda di inciviltà pura. La sfera seicentesca di marmo scomparsa dalla balaustra di San Filippo Neri in via dei Priori è stata ritrovata. Intatta malgrado il peso e il tragitto abbastanza lungo che ha compiuto nella notte dei due giorni fa. Staccata dal suo piedistallo (questo sì ridotto in mille pezzi) ha iniziato a rotolare sempre più veloce lungo la discesa della Cupa concludendo il viaggio, curva compresa, vicino alla fontanella sulla sinistra. Strepito, gente svegliata d’improvviso, ma solo la mattina successiva un ebanista l’ha vista con indubbia sorpresa e l’ha subito ricoverata nella sua bottega che odora di sapienza antica. Da qui il passo è stato breve. Gli agenti del posto fisso di polizia del centro storico avvertiti, il parroco della chiesa di San Filippo Neri, don Vittore Di Cesare, giustamente lieto, restituzione del reperto che eccezionalmente non ha riportato danni. «Ora si tratta, dice don Vittore, di rifare il basamento. Ci affideremo quasi sicuramente a un bravissimo artigiano di Assisi. E un benefattore, che vuole mantenere l’incognito, si è già fatto avanti per offrire i fondi necessari. Quando sarà ricollocata? L’8 dicembre per la festa dell’Immacolata celebrata tra l’altro da un capolavoro di Pietro da Cortona che risplende sopra l’altare maggiore». LA TELECAMERA fissa ha inquadrato alle 4 dell’altra notte un uomo. Proprio uno di quelli che potrebbero aver messo a segno il colpo mancato. Un ubriaco? Difficile, perché ci vuole una spinta notevole per staccare la sfera barocca. Il vandalismo è ipotesi plausibile, una bravata che avrebbe per confini la totale mancanza di intelligenza. Le indagini subito avviate dagli uomini della questura di Perugia propendono per questa soluzione (gli esempi anche se non di tale portata sono molti) ma non tralasciano neppure l’idea del furto, magari anche su commissione. Il ladro avrebbe avuto intenzione di riprendersi l’oggetto una volta calmato il clamore. Battuto sul tempo, insomma. LA CHIESA ha il titolo di San Giovanni Rotondo, dall’edificio originario che risale all’XI secolo, e di San Filippo Neri. ​Una conchiglia iridescente all’interno, una facciata scandita da movimenti molto armoniosi. Il restauro degli affreschi della conca absidale si concluderà a fine anno. Sarà, allora, festa grande. Con la sfera di marmo del Seicento rimessa al suo posto, stavolta con uno strato supplementare di «collante». Si ricorda come un’altra sfera, 15 anni fa,venne rubata. Svanita per sempre. Fortuna che la storia ha avuto adesso un altro epilogo.