Riccardo spira, la famiglia dona gli organi

Il legale dei Bazzurri: ‘Nessuno aveva avuto sentore del malessere del giovane’

Gli accertamenti

Gli accertamenti

Perugia, 8 luglio 2014 - E’ CLINICAMENTE morto alle 14.30 di ieri Riccardo Bazzurri, 31 anni, il carrozziere che domenica mattina a Ponte Valleceppi ha sparato e ferito l’ex compagna, il figlio e un’amica della donna. Ventinove ore dopo la sparatoria legata a motivi passionali la sua esistenza si conclude nel modo più tragico: decretata la morte cerebrale dell’artigiano che ha tirato quattro volte il grilletto — sembra che la prima ad essere stata ferita sia proprio l’ex fidanzata — per poi chiudere gli occhi e spararsi alla testa. Ventinove ore di coma. Poi il decesso. 

I FAMILIARI di Bazzurri, che ieri pomeriggio hanno raggiunto l’ospedale pediatrico fiorentino «Meyer», dove il nipotino lotta tra la vita e la morte, non si sono opposti alla richiesta di donazione degli organi, operazione che è potuta iniziare soltanto dopo l’ufficializzazione del decesso. Ieri sera, intorno alle 20, sono state avviate le verifiche degli organi, espiantati dall’equipe chirurgica del «Santa Maria della Misericordia» guidata dalla responsabile del Centro regionale trapianti Tiziana Garzilli.

«E’ UNA FAMIGLIA stravolta — dice il loro avvocato, Stefano Gallo —. I nonni, persone perbene, sono stati avvisati della tragedia quando si trovavano a Rimini al mare. E’ stato un vero e proprio choc anche per la sorella». Riccardo? «Credo — prosegue il legale — che nessuno abbia avuto sentore del suo stato di malessere. Ora però, nonostante il grande dolore, la loro preoccupazione più grande è ovviamente rivolta verso il nipotino». Gli accertamenti dei carabinieri hanno consentito di delimitare il campo dell’inchiesta. Quattro i bossoli rinvenuti dalla Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma, espulsi dalla Beretta mod. Px4 Storm calibro 9x21. Oltre al cannocchiale e al coltello trovati nella Fiat Punto dell’uomo, i militari si sono accorti della presenza di un fucile a pompa (regolarmente detenuto) nell’abitazione del carrozziere. Questi i referti sanitari riferiti alle altre persone coinvolte. Abbate: «Gravissimo trauma cranico encefalico»; il bambino: «Coma per gravissimo trauma cranico encefalico per ferita da arma da fuoco con foro di ingresso e uscita»; Toni: «Ferita da arma da fuoco con frattura pluriframmentaria scomposta e diastasate di tutte le pareti del seno mascellare. Enfisema sottocutaneo con frammenti metallici estesi fino alla rocca omolaterale, frattura del processo trasverso di six dell’atlante». La prognosi dei primi due resta riservata, la Toni ha una prognosi di 30 giorni.