"Io, prima donna pilota di elicottero"

La storia di Maria Concetta Micheli: Toscana di nascita e umbra d’adozione, prese il brevetto nel 1971

Maria Concetta Micheli

Maria Concetta Micheli

Perugia, 12 giugno 2016 - «QUESTO LIBRO è dedicato a tutte le donne che vogliono osare. Io l’ho fatto, ho creduto fortemente nelle mie capacità e sono riuscita a trasformare la mia grande passione per il volo in una professione». Parola del comandante Maria Concetta Micheli, prima donna italiana pilota di elicotteri, che venerdì alla libreria «Libri parlanti» di Castiglione del Lago ha presentato la sua biografia «La ragazza che parlava all’elicottero» (scritta da Giorgio Evangelisti per Armando Curcio Editore).

NATA in Toscana ma residente da tempo in Umbria, ha conseguito il brevetto nel 1971 alla Scuola Nardi dell’aeroporto di Bresso, nel Milanese, prima di iniziare una carriera come pilota civile. Grinta e determinazione: queste le chiavi del suo successo, certificato da una sfilza di riconoscimenti tra cui quello di ‘Pioniere dell’Aeronautica italiana’, ottenuto grazie alla sua esperienza.

Comandante, com’è riuscita in questa impresa?

«Andando avanti senza mai abbattermi. Il mio amore per l’elicottero è letteralmente scoppiato in tempi in cui era un’utopia che una donna potesse pilotarne uno. Io però volevo fare questo mestiere e ho messo in campo tutta la mia forza di volontà perché ci credevo. Certo le difficoltà sono state tante, mi muovevo in un ambiente esclusivamente maschile».

C’era diffidenza nei suoi confronti?

«Diffidenza è dir poco. Consideri che all’inizio, nelle pause-pranzo durante l’addestramento, i piloti andavano a mangiare tra di loro mentre io dovevo stare al tavolo con i meccanici. E’ stata la mia più grande fortuna perché così ho potuto imparare tutti i segreti dell’elicottero e tecniche che si sono rivelate utilissime nell’esercizio della mia professione».

C’è stato un volo più difficile degli altri?

«Ne ricordo uno in cui ebbi un problema tecnico abbastanza serio. L’elicottero non riusciva a prendere quota e dovetti tornare indietro. Fortunatamente non ho mai avuto incidenti».

Ha mai avuto paura?

«No. La mia mente è sempre stata allenata ad affrontare le difficoltà e ogni volta che c’è un problema, come dire, corre a salvare il salvabile».

Che legame ha con l’Umbria?

«Adoro questa terra. Qui ci sono le mie radici perché è qui che è nata mia madre, una donna saggia a cui devo tutto quello che sono riuscita a realizzare negli anni».