'Sparite' le spese per cene e viaggi. Ma solo dopo i rilievi della Corte

Dal 2014 i costi di rappresentanza si sono azzerati. Ecco i dettagli

Dopo i rilievi della Corte dei Conti c’è maggiore responsabilità tra i consiglieri regionali nel rendicontare le spese

Dopo i rilievi della Corte dei Conti c’è maggiore responsabilità tra i consiglieri regionali nel rendicontare le spese

Perugia, 23 marzo 2016 - NON SARA’ facile ricostruire una a una le spese che nel 2011 e nel 2012 i gruppi consiliari della Regione hanno sostenuto e giustificato con scontrini e ricevute. Già, perché in quei due anni c’era un margine di discrezionalità tale nella definizione di «spese istituzionali» che gli eletti a Palazzo Cesaroni potevano infilarci qualsiasi voce di uscita. In effetti molte cose non tornarono già allora alla Sezione controllo della Corte dei Conti, sia per tipo di spese che per mancanza di ricevute.

A BEN GUARDARE però da un anno altro, da quando cioè la legge ha stabilito cosa si potesse fare e cosa non si potesse fare con quel denaro pubblico (e ciò accade dal gennaio 2013), le cose sono cambiate molto. A cominciare dalle spese di rappresentanza, una voce di costo dove praticamente poteva entrarci tutto e il contrario di tutto: cene, trasferte, banchetti, viaggi istituzionali, acquisti di vario genere. Purché finalizzati all’attività politica.

E COSÌ si scopre ad esempio che da quando è entrata in vigore la nuova norma, questa voce si azzerò completamente per il gruppo dei Socialisti e riformisti per l’Umbria. Il Gruppo Misto invece nel 2012 spese 3.599 euro e manco mezzo centesimo nel 2014 per questa voce. Stessa cosa accadde in casa Pdl: 49mila euro circa di costi di rappresentanza sempre nel 2012, scesi a zero due anni dopo (i gruppi allora erano diventati tre: FI, FdI e Ncd). Tutto sempre legittimo, non c’è alcun dubbio. Ma le contestazioni della Sezione controllo su quelle voci evidentemente lasciarono il segno. Stessa cosa per il Prc: da 8.722 euro a 0 euro. L’Udc addirittura nel 2012 spese 12mila euro di trasferte e neanche un centesimo nel 2014. Al ‘Gruppo Catiuscia Marini Presidente’ si chiese di spiegare la spesa di rappresentanza di 100 euro di caffè di cui «usufruiscono gratuitamente le persone che hanno appunatmento con il consigliere regionale di riferimento». Di tutto un po’ insomma.

NEL 2011 fu il Partito democratico a fornire la lista della spesa segnalando l’acquisto di due libri ad esempio («La Cricca» e «Il Tesoriere») che parlavano dei costi della politica e persino dei 1.043 euro usati per acquistare caffè ed acqua per i segretari dei gruppi. Certo fino al 2012 ciascun consigliere per queste spese riceveva in media circa 9mila euro, poi scesi del 60% dopo le bacchettate della Corte dei Conti. Vedremo ora se la procura della Repubblica troverà qualche irregolarità.