Barberini si dimette e sceglie l’ironia: ‘Orlandi? Ho già un cane da guardia’

L’assessore: "Impossibile lavorare con una cassetta di vecchi attrezzi"

L’ex assessore  Luca Barberini con la governatrice Catiuscia Marini

L’ex assessore Luca Barberini con la governatrice Catiuscia Marini

Perugia, 18 febbraio 2016 - LE NOMINE dei vertici della Sanità regionale, avvenute in sua assenza, non sono proprio andate giù all’assessore Luca Barberini, che ieri ha sbattuto la porta della Giunta-Marini, firmando le dimissioni. Inutili i tentativi di farlo tornare sui suoi passi messi in atto dal capogruppo Pd Gianfranco Chiacchieroni e dal segretario del partito regionale, Giacomo Leonelli. Barberini è irremovibile.

Innanzitutto, Barberini, come sta?

«Molto bene: la politica non dà grandi gioie, ma neppure grandi dolori».

La sua è una decisione convinta?

«Le dimissioni sono frutto di una situazione meditata: è venuto a mancare il rapporto di fiducia. Certo, io non sono determinante né necessario, ma rappresento un gruppo in Consiglio regionale. E comunque è una questione personale prima che politica».

La Marini si è detta «dispiaciuta e rammaricata»...

«Questo mi fa piacere».

Ma contesta la sua ricostruzione dei fatti

«Io contesto nomine avvenute senza il coinvolgimento dell’assessore al ramo. Ho posto una situazione, chiedendo il rinnovamento. Si poteva tentare un passaggio ma ho trovato un atteggiamento di rigidità. In politica per mediare serve la volontà di entrambe le parti, invece c’era solo quella di prevaricare e far pesare i numeri in Giunta. Adesso anch’io li farò pesare, lavorando per l’innovazione. Non si può pensare di vincere la sfida dei nuovi tempi con una cassetta di attrezzi vecchi».

Si sente la coscienza a posto?

«Da parte mia c’è sempre stata lealtà e collaborazione, ma dal punto di vista personale mi sento ferito perché non ho ricevuto attenzione né verso le mie idee personali, né verso quelle della mia area politica. In questo senso ho apprezzato la richiesta di ripensarci fattami dal capogruppo Chiacchieroni e dalla maggioranza, ma servirebbe un rapporto fondativo diverso».

Subito dopo le nomine lei è partito per Roma. Ha incontrato Gianpiero Bocci?

«Sono andato a Roma per una cena tra amici perché avevo capito che sarebbe andata in un certo modo e che, se le posizioni erano identiche, sarebbe stato inutile continuare la discussione. Quanto a Gianpiero, mi ha telefonato stamattina (ieri, ndr) perché il nostro è un rapporto che va oltre la politica. Mi ha espresso vicinanza e apprezzamento per la scelta».

Appena diventato assessore lei aveva annunciato: «Faremo i cani da slitta della Marini». Ora invece volevano metterle a fianco Walter Orlandi come cane da guardia...

(Risata) «Ho già un cane da guardia: si chiama Nelson ed è molto più simpatico. Stamattina abbiamo fatto una bella passeggiata insieme».

Ora quale sarà la linea del gruppo Dem in Consiglio regionale?

«Abbiamo dato e continueremo a dare molto al Pd, ma a livello locale c’è tanto da fare».

Solidarietà dai suoi colleghi di Giunta?

«Non ho sentito nessuno».

Alla Marini cosa si sente di dire?

«In bocca al lupo!».

Cristina Belvedere