Giovedì 25 Aprile 2024

Perugina, i sindacati: "Ora uscire dall'immobilismo"

Prevista assemblea con i segretari nazionali dei sindacati nello stabilimento di San Sisto

Lo stabilimento della Perugina (Foto di repertorio)

Lo stabilimento della Perugina (Foto di repertorio)

Perugia, 26 novembre 2014 - Giovedì 27 novembre assemblea nello stabilimento della Perugina a San Sisto con i segretari nazionali dei sindacati di categoria "per avviare una vertenza di gruppo che ha l'obiettivo di pretendere da Nestlè una presenza più forte in Italia" magari portando a Perugia produzioni di punta del gruppo svizzero, come quella del caffè: è quanto ha annunciato stamani il segretario di Flai-Cgil dell'Umbria, Michele Greco, in un'audizione alla seconda commissione del consiglio regionale.

Riferendo del "clima di tensione" che c'è tra i dipendenti Perugina rispetto "all'immobilismo attuale" dell'azienda, il segretario della Flai ha definito quella che sta aprendo il sindacato "una vertenza 'sui generis' perché, grazie all'accordo di mobilità e solidarietà sottoscritto in agosto, i livelli occupazionali dello stabilimento di San Sisto sono tutelati fino al 2016. Ma insieme al sacrificio degli 865 dipendenti di Perugia, alla base della firma di quell'accordo c'era la richiesta di un piano industriale per ritrovare tranquillità di produzione e occupazionale".

Greco ha riferito di un calo della produzione di 1.500 tonnellate per lo stabilimento di San Sisto, con una forte riduzione dei lavoratori stagionali, passati dai 300 dell'anno scorso ai 140 di quest'anno. Infine Greco ha ricordato che il 18 novembre scorso dalla riunione a Ginevra del coordinamento di Nestlè Europa "era emersa la scarsa crescita del gruppo in Italia (meno 3,5 per cento nel 2014, con il comparto dolciario tra i settori più colpiti) e la difficoltà evidente della Perugina in termini produttivi e di prospettiva". Da qui la richiesta del sindacato di una soluzione industriale per la Perugina, con "produzioni forti del gruppo, che ora non vengono prodotte in Italia, come quella del caffè, da collocare a San Sisto per destagionalizzare l'occupazione".