Ospedale di Perugia, dove il parcheggio è «fuorilegge»

Mentre Comune e Azienda ospedaliera si rimpallano le responsabilità sui controlli, la sosta selvaggia dilaga A scapito di anziani, disabili, malati e della gente perbene. Nostro reportage

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Perugia, 30 maggio 2015 - UN TRANQUILLO venerdì di sosta selvaggia, tra auto che salgono sui marciapiedi, parcheggiano nel bel mezzo della quattro corsie e automobilisti che, pur di non fare venti metri in più, spostano i dissuasori e posteggiano serenamente al centro della carreggiata. E’ un brutto spettacolo quello che si può ammirare – si fa per dire – percorrendo i tre grandi parcheggi dell’ospedale. Uno spettacolo vergognoso per uno scenario che al di là dei soliti «bla bla bla» nessuno pare abbia intenzione di mutare, né il Comune, né l’Azienda ospedaliera, né l’Università.

IL POSTEGGIO «Menghini», quello «storico», alle 8 del mattino è già pieno. Così, da quell’ora in poi, c’è la spasmodica ricerca per accaparrarsi il posto migliore, che sia in mezzo a un campo o in una piazzola fangosa poco importa. Alle 11, comunque, non c’è un ‘buco’ neanche a pagarlo oro e i veicoli vengono lasciati dappertutto: in mezzo alle corsie, sopra i marciapiedi, lungo le banchine. Nelle parti esterne ci sono soprattutto le auto dei dipendenti, mentre in quelle centrali i volontari dell’Auser cercano di indirizzare i malati, gli anziani, chi va a donare il sangue. Ma i furbetti non mancano e di Suv messi di traverso ce n’è fin troppi. Una vergogna, appunto.

SARA’ perchè è venerdì, forse perché gli spazi sono ben delimitati, ma sta di fatto che il parcheggio «Taramelli», quello che si trova a destra dell’ingresso del «Santa Maria», appare piuttosto ordinato. Qualcuno sfora rispetto alle strisce, ma al centro un bel cartello che invita a non sostare in modo irregolare evidentemente produce un buon risultato.

BASTA però spostarsi di duecento metri e portarsi al «Gambuli» (lo spazio più grande) per scoprire che «l’arte del parcheggio» non ha davvero limiti. Intanto, a due passi dalla rotatoria di ingresso, la gente posteggia serenamente nei due lati della corsia dove ci sono cartelli di divieti di sosta grandi come una casa. E ce ne sono a decine. Ma chissenefrega, tanto qui gli autobus non ci devono passare e non ci passano neanche i vigili.

MA IL BELLO, anzi il brutto, è che ci sono centinaia di posti vuoti a trenta, quaranta, cinquanta metri al massimo da dove uno sosta abusivamente. Per non dire di quelli che piazzano la macchina a pochi metri dall’ingresso della parte alta dell’ospedale (dove c’è il Cup, tanto per intenderci) dietro le auto dei disabili e naturalmente al centro della carreggiata: c’è addirittura chi improvvisa manovre insensate e per parcheggiare tra un’automobile un’altra ci impiega due o tre minuti pur di non allontanarsi qualche decina di metri. Da non credere.

IL PEGGIO però deve ancora venire. E il peggio lo si può vedere all’uscita dal parcheggio «Gambuli», lungo il percorso obbligato che riporta sulla Settevalli. La strada – anche se molti non se ne accorgono proprio perché invasa dai veicoli – è una quattro corsie a doppio senso. Ma l’assurdo è che le due corsie di sorpasso in entrabi i lati, sono usate come un parcheggio. E per chi percorre la strada in entrata all’ospedale, persino la banchina si è trasformata in un posteggio. Sembra assurdo, ma è così.

Michele Nucci