«Ospedale di Perugia, disincentivare l’uso dell’auto è possibile»

Il professor Sartore, docente di Pianificazione dei trasporti, illustra le strategie per migliorare l’accessibilità al Santa Maria «Parcheggi a pagamento? Solo con un trasporto pubblico da ‘libro dei sogni’»

SARTORE-D_WEB

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Perugia, 27 maggio 2015 - Se ci sono quasi 200 corse di bus pubblici che ogni giorno arrivano in ospedale quasi tutte vuote, un motivo ci sarà. «E’ necessario rivedere il sistema di accessibilità al Polo ospedaliero. Soprattutto dal punto di vista del trasporto pubblico. Il problema va affrontato in modo organico e integrato e non attraverso interventi ‘spot’, spesso occasionali e inadeguati a risolvere problemi strutturali». A dirlo è uno che se ne intende: Mariano Sartore, docente di Progettazione urbanistica e Pianificazione dei trasporti della nostra Università.

Professore, da dove si comincia?

«Dal rendere efficace ed efficiente il trasporto pubblico. Che non si limiti soltanto al trasporto urbano, ma anche a quello extraurbano: non dimentichiamoci infatti che Sant’Andrea delle Fratte è un polo ospedaliero regionale, non cittadino».

E le tanto discusse navette di collegamento tra minimetrò e ospedale?

«Sono un’ipotesi di lavoro seria, tanto più se capaci di garantire un migliore collegamento anche a San Sisto».

L’altro elemento è quello del trasporto ferroviario. A due passi dal Santa Maria c’è una stazione ferroviaria. Ma quanti lo sanno?

«E’ necessario un totale adeguamento del ‘ferro’. A iniziare dall’aumento della frequenza e delle fermate dei convogli. Senza scordare quello su gomma: bisognerebbe prendere in esame le singole corse che vanno in ospedale, analizzarne i tracciati e le frequenze... ».

Come dire: bisogna metterci mano sul serio.

«Proprio così».

Una volta rimessi a posto questi tasselli si potrebbe iniziare a ragionare di un disincentivo dell’auto, giusto?

«Certo. In verità occorre intanto iniziare un percorso, ma bisogna farlo. E tutti insieme: Comune, Università, Azienda ospedaliera. E la grande opportunità si chiama Piano regionale dei trasporti. L’ho detto giorni fa in commissione e lo ripeto qui».

E come si disincentiva l’uso dell’auto per recarsi in ospedale, visto che ci sono tremila spazi nel parcheggi?

«Se le condizioni sono quelle di un trasporto pubblico efficiente ed efficace e quindi concorrenziale, direi quasi da ‘libro dei sogni’, con gli scenari che ho illustrato si potrebbe ipotizzare questo discorso. L’uso dell’auto si disincentiva prima di tutto diminuendo i parcheggi. Il traffico è il miglior nemico del traffico... ».

Ma non è che si possono chiudere i parcheggi al Santa Maria!

«Certo che no, ovvio. Ma intanto cominciamo a non aumentarli».

Alternative?

«Introdurre piccole forme di pedaggio, uno o due euro al giorno. Ma sottolineo che è un’ipotesi, non vorrei essere frainteso. Anche perché l’idea di far pagare il parcheggio ai cittadini non mi piace per niente».

E gli introiti della sosta?

«Da destinare alla riduzione del costo degli abbonamenti al trasporto pubblico, in primis per gli studenti, poi anche per i dipendenti. Il mio auspicio, lo ribadisco, è che l’importante riflessione avviata in Commissione e sulla stampa, possa finalmente svilupparsi, per concretizzarsi quanto prima in soluzioni in grado di dare risposte a domande e bisogni insoluti che per il momento restano disattesi». Insomma, l’Università tende la mano al Comune. Vedremo l’ente cosa risponderà...

Michele Nucci