Baschi, centro remiero di Salviano: danno erariale per 1,8 milioni

La Corte dei Conti scoperchia il pentolone su quello che sarebbe dovuto essere un centro nazionale finanziato con fondi europei e che invece è rimasto inattivo: avvisi a dedurre per molti amministratori

Il lago di Corbara

Il lago di Corbara

Baschi (Terni), 10 febbraio 2016 - Un danno erariale stimato in un milione ed ottocentomila euro ed uno scandalo che covava da anni sotto la cenere. La Corte dei conti regionale ha acceso un faro sulla strana gestione del centro remiero di Salviano, sulle sponde del lago di Corbara che avrebbe dovuto diventare un centro sportivo a livello nazionale e che invece è rimasto completamente inattivo nonostante vi siano stati investiti complessivamente milioni di euro di fondi europei. La magistratura contabile dell'Umbria ha inviato "avvisi a dedurre" a tutti i soggetti che, nel tempo, sono stati interessati dai finanziamenti per la ristrutturazione di un casale nel contesto del centro sportivo e alla successiva gestione del bene. Si tratta dell'attuale sindaco di Baschi Anacleto Bernardini, dell'ex sindaco Isauro Grasselli, dell'ex assessore Damiano Bernardini, del direttore della comunità montana Onat (Orvietano-narnese-amerino-tuderte) Giampiero Lattanzi, dell'ex presidente della stessa comunità ed ex sindaco di Narni Stefano Bigaroni e degli ax assessori dell'ente montano Roberto Cerquaglia che vi siedeva in rappresentanza di Montecastello di Vibio e Walter Pelagrilli che rappresentava Monteleone.

La Corte dei conti contesta a tutti il mancato utilizzo di quell'immobile che avrebbero dovuto ospitare eventi sportivi e diventare un centro di documentazione turistica e che, al contrario, non ha mai funzionato. La delicata questione coinvolge anche la Regione che aveva erogato i finanziamenti finiti nella casse dell'ex parco fluviale del Tevere. Il Comune di Baschi, guidato dal sindaco Grasselli, aveva stipulato nel 2004 un contratto con la famiglia fiorentina dei Corsini in base al quale il casale, di loro proprietà, sarebbe stato affidato per venti anni al Comune per poi tornare ai Corsini alla fine del periodo. Lo stesso Comune aveva dato successivamente l'intera proprietà del centro in gestione ad una società di Orvieto, salvo poi scoprire che le licenze di tipo turistico e ricettivo erano legalmente inesistenti perchè i fondi europei erano vincolati esclusivamente all'utilizzo sportivo. La società privata ha così fatto causa al Comune che aveva in un secondo momento ceduto il casale al Parco fluviale per terminarne il recupero. Con la nascita della comunità montana Onat, il parco è passato a quest'ultimo ente e con esso anche il casale. "Noi non abbiamo alcuna responsabilità-dice Lattanzi- come ente montano abbiamo assorbito il parco che aveva ricevuto questi finanziamenti. Io ho visto solo il saldo dei fondi europei per il completamento del lavoro, ma il collaudo del casale c'era stato nel periodo precedente, cioè nel 2008 quando la struttura era ancora nella esclusiva disponibilità del Comune"