Omicidio Polizzi: la Corte in Camera di Consiglio

Nel pomeriggio si decide la sentenza a carico Riccardo e Valerio Menenti / AGGUATO MORTALE CONTRO POLIZZI

Riccardo e Valerio Menenti

Riccardo e Valerio Menenti

Perugia, 27 aprile 2015 -  I giudici della Corte d'assise di Perugia si sono ritirati in camera di consiglio per decidere la sentenza del processo per l'omicidio di Alessandro Polizzi, ucciso a colpi di pistola nel marzo 2013. Imputati per il delitto sono Riccardo e Valerio Menenti, padre e figlio considerati dalla procura l'esecutore materiale e il mandante. A carico dei due è stato chiesto l'ergastolo e l'isolamento diurno per 18 mesi. I giudici, entrando in camera di consiglio, non hanno indicato l'ora della sentenza, che comunque non arriverà prima delle 17. Stamani, durante le repliche, il procuratore aggiunto Antonella Duchini si è soffermata sui principali elementi d'accusa e sul «concorso» di Valerio nell'omicidio. «C'è il movente - ha spiegato il magistrato -, la volontà omicidiaria, ci sono le chiavi dell'appartamento fornite al padre per aprire le porte, il falso alibi per Riccardo e il possesso della pistola ricevuta in eredità dal nonno, insieme alle informazioni sull'auto della vittima e alle conversazioni intercettate tra gli imputati durante le indagini». Secondo il legale di parte civile, Nadia Trappolini, «le calunnie pronunciate in aula durante il processo hanno ucciso Alessandro Polizzi per la seconda volta». «Non sono mai state fatte valutazioni negative o calunniose su Polizzi» ha ribattuto il difensore di Valerio, Manuela Lupo. «Abbiamo solo detto - ha aggiunto - che l'imputato ha subito aggressioni da Polizzi».