Omicidio dell’anziana a Perugia, l’autopsia chiarirà molti aspetti

Le ferite sul corpo della vittima non compatibili con una caduta accidentale

MAGISTRATO A coordinare le indagini  il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini

MAGISTRATO A coordinare le indagini il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini

Perugia, 28 maggio 2016 - Le ferite riscontrate sul corpo della vittima, in particolare sul tronco, sono considerate dalla Procura perugina non compatibili con una caduta accidentale dalle scale. Tanto che all’indagata in stato di fermo, apolide ma probabilmente nata in Albania, verrebbe contestato l’omicidio in conseguenza di percosse. Renata Kette, 53 anni, ora rinchiusa nel carcere perugino, era un’amica della figlia della settantenne, Sara, 48 anni, morta pochi mesi fa per un male incurabile. Da tempo l’indagata risiedeva nell’appartamento di via Oberdan 50 con l’anziana madre di lei. Una convivenza tranquilla, almeno fino a venerdì (in molti le vedevano passeggiare insieme in questo angolo di centro) quando è esplosa la violenta lite poi finito con la morte di «Daniela» (così era conosciuta a Perugia la vittima), non è ancora chiaro. Certo è che probabilmente le prime parole fornite alle forze dell’ordine (che avrebbe provveduto lei stessa ad allertare) dalla Kette, non avrebbero convinto affatto sulla dinamica dell’accaduto. Nel posto, in fondo a una scalinata, in cui è stato ritrovato il corpo ormai senza vita della Chatelain, una donna dalla corporatura robusta, così viene descritta da chi la conosceva, si sono recati ieri mattina anche gli agenti della Scientifica e il medico legale Sergio Scalise Pantuso. Inutile l’intervento dell’ambulanza del 118, che non ha potuto far altro che constatare il decesso. A fornire maggiori elementi sarà l’autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni. Potrebbe chiarire se si sia in presenza di un omicidio volontario o preterintenzionale.

Don. Mil.