Omicidio Raggi, "Noi marocchini siamo con la famiglia di David": la comunità incontra il papà

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Il colloquio tra il padre di David Raggi e l'amico marocchino

Il colloquio tra il padre di David Raggi e l'amico marocchino

Terni, 15 marzo 2015 - "La comunità marocchina vuole venire a trovarvi, vuole dare a voi la sua solidarietà per la morte di Davide per mano di quel pazzo criminale". La 7 e la trasmissione "La Gabbia" tornano sul caso rovente di David Raggi, il 27enne ucciso da un marocchino ubriaco con una bottigliata per caso, senza un movente, durante una normale serata tra i locali della movida ternana. La Gabbia ha ripreso il momento in cui il padre di Davide riceve a casa, il giorno dopo la tragedia, un amico marocchino. "Non sapevo se venire o no, non sapevo cosa fare", dice quest'ultimo al padre. "Non dovevi avere incertezze a venire, sei un mio amico, non hai fatto niente", risponde il padre tra le lacrime sul pianerottolo di casa.

"Non ci deve essere sconto di pena", dice ancora il rappresentante della comunità marocchina, che parla con accento spiccatamente umbro, il segno di un'integrazione che, in qualche modo, c'è comunque a Terni. Le telecamere de "La Gabbia" vanno poi alla periferia di Terni a casa di Amine Aasoul, il marocchino 29enne autore dell'omicidio. "Sono brave persone, la signora ha tre figli e una bambina", dice una bambina della mamma dell'omicida. Le telecamere del programma vanno poi tra la gente. Molti ternani sono impauriti per quello che è successo, molti se la prendono con la gestione dell'immigrazione in Italia, visto che chi ha ucciso era rientrato da Lampedusa in Italia dopo esser stato espulso. 

La Gabbia si collega in diretta con Terni. "Perché questa persona si trovava a piede libero? Cosa non funziona? La giustizia? Non c'è più sicurezza", sono le parole di Eric, un cittadino ternano. "Terni non è una città razzista, se ti comporti bene ti accoglie benissimo - dice il proprietario del locale People - Non è possibile che a un ragazzo, a casa sua, gli venga tolta la vita". Dopo una serie di servizi le telecamere tornano su Eric: "Vogliamo una risposta, perché un ragazzo va a bere una birra dopo il lavoro e viene ucciso?". 

"David non vuole la chiusura delle frontiere - dice Riccardo, un amico della vittima, tra le lacrime - In Italia devono esistere delle regole da rispettare. Vorremmo che ci fossero delle regole da rispettare e lo Stato deve rispondere su questo".