Nessuna impronta sull’«M12». E’ ancora giallo sul delitto-Lucentini

Secondo il consulente balistico, Armeni «in piedi» quando ha sparato

Tragedia in caserma

Tragedia in caserma

PERUGIA, 24 luglio 2015 -  UN DATO «CERTO» e uno da verificare ma che potrebbe aprire un altro spaccato di mistero attorno all’omicidio di Emanuele Lucentini, l’appuntato dell’Arma ucciso in caserma a Foligno il 16 maggio. Quello ‘certo’ è che a sparare è stato un M12 modello S2, e non come sostenuto inizialmente il vecchio S. Ma su quell’arma, sequestrata e sottoposta a consulenza balistica e biologica non sarebbero state rinvenute – secondo indiscrezioni – impronte digitali. Nessuna sembra. Né di Emanuele Armeni, il carabiniere in carcere con l’accusa di omicidio volontario, né di Lucentini che aveva in dotazione l’arma. NELLA RICOSTRUZIONE dell’indagato, prima di essere arrestato, Armeni avrebbe prima ‘scaricato’ nell’apposita area in caserma (che secondo i carabinieri è un’operazione che non si effettua mai ‘nè io, né i miei colleghi lo abbiamo mai fatto. Per scaricare l’arma disinseriamo il caricatore, non c’è bisogno di fare il colpo di prova perché con l’M12 è impossibile avere il colpo in canna’) il suo M12 per poi prelevare dall’alloggiamento sotto il sedile anteriore destro quella del collega. Per farlo aveva appoggiato il ginocchio destro sul sedile del guidatore, impugnando l’arma con la mano destra sull’impugnatura posteriore e con la sinistra sotto la canna (proprio quella normalmente utilizzata per la posizione di sparo, secondo il consulente balistico del pm). Stava ruotando il corpo in senso antiorario quando aveva preso una storta al piede sinistro era scivolato («prendevo una storta, scivolavo e nel riprendermi cadevo a terra e partiva sto colpo») e mentre stava per cadere aveva tirato a sé entrambe le braccia così facendo partire accidentalmente il colpo. Secondo Armeni quando ha sparato lui era «basso, basso. Io non so andato per terra, ma quasi». ​LA VERSIONE-ARMENI, secondo il giudice «è incompatibile» sia con le modalità di funzionamento dell’M12, con la traiettoria di sparo e con gli accertamenti medico-legali. Secondo l’esperto la volata dell’arma al momento dello sparo si poteva trovare ad un’altezza tra 143 e 160 cm, e l’arma si trovava allineata con la traiettoria del proiettile con una inclinazione, di 2,9 e 3,4 gradi. E, sicuramente, le possibili traiettorie sono compatibili «solo» con la posizione eretta dello sparatore. Per il gip ci fu «volontà» dedotta dalla breve distanza dalla vittima, dall’arma usata e dall’area attinta: la testa. Ma dice di più: ‘Anche a voler ammettere che Armeni avesse voluto spaventare il collega come già accaduto con altri i militari è comunque dolo diretto’ Erika Pontini