EX Merloni, Porcarelli: «Mobilità per 400 lavoratori»

Avviate le procedure alla Jp Industries per mancanza di finanziamenti. L’ira dei sindacati

LA PROTESTA Non c’è fine per la vertenza dell’ex Merloni

LA PROTESTA Non c’è fine per la vertenza dell’ex Merloni

Nocera, 29 luglio 2016 - LA J.P. INDUSTRIES di Giovanni Porcarelli, l’azienda che ha acquisito la ex Antonio Merloni, ha avviato la procedura di mobilità per 400 lavoratori. Attualmente la J.P., che ha avviato la propria attività aziendale nel 2012, acquisendo gli stabilimenti produttivi della ex A. Merloni in amministrazione straordinaria, conta 684 dipendenti (619 gli operai), distribuiti nelle fabbriche di Fabriano e Gaifana, in Umbria. In media, ricorda l’azienda, dall’anno dell’acquisizione ad oggi ci sono sempre stati 480 lavoratori in Cigs, e il piano industriale di fatto non è mai decollato, soprattutto, secondo J.P. per le conseguenze del contenzioso nato dal ricorso delle banche creditrici contro l’acquisizione dell’ex Merloni. A detta di J.P., si è determinata una situazione negativa «definitiva e strutturale», che impone scelte di «efficientamento produttivo» e una «riduzione del personale». L’avvio della procedura di mobilità è stato comunicato ai ministeri del Lavoro, dello Sviluppo economico e alle parti sociali. I 400 addetti verranno messi in mobilità entro 120 giorni dalla conclusione della procedura, o entro un termine diverso se dovesse essere raggiunto un accordo sindacale.

«NON È UNA PARTITA che si può gestire scaricandola sui lavoratori: i 400 licenziamenti annunciati da J. P. sono inaccettabili, e i lavoratori di Marche e

Umbria risponderanno compatti». Andrea Cocco, della Fim Cisl di Fabriano, giudica irricevibile la comunicazione di Giovanni Porcarelli che apre la procedura di mobilità per 400 dei 684 lavoratori, quasi tutti ex addetti della Merloni riassunti da J. P. È vero, riconosce, che la transazione con le banche creditrici dell’A. Merloni comporta tempi lunghi, e così le decisioni ministeriali, «ma questo non giustifica il licenziamento di 400 persone». Il sindacato auspica un intervento del ministero dello Sviluppo economico e delle istituzioni delle due regioni interessate.