Delitto Meredith, parla Guede: "Sono innocente, scappai per paura. Chiedo la revisione"

L'unico condannato per l'omicidio della studentessa dice la sua verità a 'Storie Maledette': "Ero in bagno, ho sentito Meredith e Amanda litigare, poi un urlo straziante. La mia colpa? Non ho fatto il massimo per soccorrerla"

Rudy Guede durante "Storie maledette"

Rudy Guede durante "Storie maledette"

Perugia, 22 gennaio 2016 - "Quella sera non ho ucciso Meredith, ero in bagno e ho sentito un urlo. Ho provato a soccorrerla, ma poi ho avuto paura e sono fuggito". Per l'esordio in prima serata di "Storie Maledette" (il programma di Franca Leosini che passa dal sabato al giovedì) Rudy Guede, l'unica persona condannata per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia la sera del 1° novembre 2007, dice la sua verità. 

Guede (condannato a 16 anni per "concorso in omicidio") racconta quella tragica notte. Per quel delitto sono stati prima condannati, poi assolti, poi di nuovo condannati e infine definitivamente assolti (con sentenza della Cassazione) Amanda Knox e Raffaele Sollecito che, quindi, sono usciti dalla vicenda giudiziaria legata all'omicidio avvenuto nella villetta di via della Pergola. Prima della messa in onda della trasmissione, gli avvocati di Sollecito (Giulia Bongiorno e Luca Maori) avevano inviato alla Rai una diffida: "Nessuno può mettere in dubbio l'innocenza di Raffaele Sollecito".

Nella sua versione, raccontata rispondendo alle domande di Leosini nel carcere di Viterbo, Guede dice che "Amanda era in quella casa quella sera, ne sono sicuro al 101%, ho riconosciuto la sua voce" e di aver visto un uomo senza saper dire chi fosse. 

"Quella sera del 1° novembre _racconta Guede _andai a casa di Meredith perché ci eravamo dati appuntamento la sera prima. Fu Meredith ad aprirmi la porta, eravamo soli e lei si lamentò del comportamento della coinquilina, inveiva contro Amanda perché diceva che le aveva rubato dei soldi, che non puliva l'appartamento". Poi, l'approccio tra i due ("già ci eravamo baciati la sera prima alla festa di Halloween, Meredith mi affascinava, aveva carisma", dice l'ivoriano) i preliminari di un rapporto sessuale poi non consumato perché Rudy non aveva con sé il preservativo.

A questo, punto, prosegue il racconto, Rudy ha bisogno di andare in bagno ("avevo mangiato un kebab piccante che mi aveva dato noia") dove dice di restare una decina di minuti, sentendo entrare una persona nell'appartamento e riconoscendo la voce di Amanda ("l'avevo conosciuta nel locale dove lavorava") che litigava con Meredith. "Stavo ascoltando l'I-pod in bagno e ho sentito un urlo straziante, sono uscito senza tirare lo sciacquone e ho cercato di vedere cosa fosse successo. Poi, davanti alla porta di Meredirth vedo una sagoma maschile di spalle, chiedo che è successo, lui si volta di scatto, muove le mani con qualcosa che mi ferisce alla mano e scappa dicendo 'andiamo che ci hanno scoperto', con una  voce con accento del sud".  

A questo punto, nel racconto di Rudy, l'ivoriano si affaccia alla finestra "e vedo Amanda che se ne va". Poi c'è la scoperta del corpo di Meredith agonizzante, ci sono i primi tentativi di soccorrerla tamponando invano la ferita con due asciugamani e quindi la fuga. "Perché è fuggito?" gli chiede Leosini. Rudy risponde: "La paura e lo choc non mi hanno fatto ragionare e sono fuggito, mi sento di non aver fatto la cosa giusta, chiamare aiuto, soccorso, di non essere stato in grado di soccorrere Meredith, è molto doloroso. La paura ha prevalso sui di me, per questo non ho fatto le cose giuste, sono stato vigliacco". Guede dice di essere fuggito anche perchè convinto che nessuno avrebbe creduto "a un povero negro". La fuga in Germania non evita l'arresto a Guede e poi la condanna, con rito abbreviato, a 16 anni. "Meredith non ha avuto giustizia, l'unica persona in carcere è innocente".

Prima di arrivare a raccontare quella Guede racconta della sua infanzia in Costa d'Avorio, il trauma di essere strappato alla madre per essere portato in Italia a vivere con il padre. Poi i primi tempi a Perugia con il padre muratore al quale Rudy si affeziona, ma anche la solitudine per le lunghe assenze dell'uomo, tanto che il piccolo Guede da bambino spesso deve . Poi l'affetto per la maestra Ivana Tiberi che fa un po' da seconda mamma all'ivoriano, l'amicizia per Gabriele e Giacomo, l'affido a una famiglia perugina, poi il trasferimento dalla zia a Lecco, quindi a Pavia dove si fidanza con una ragazza e trova un posto da barista, poi il ritorno a Perugia dopo aver perso il lavoro, l'aiuto delle persone care, ma anche il suo frequente eclissarsi, sparire, fuggire per lunghi periodi.

"Non ho mai usato droga pesante, solo qualche spinello _racconta Guede_ . Il sabato sera andavo al pub, bevevo birrra, ma non è che andavo in giro ubriaco". Guede respinge il ritratto di persona dedita a furti, alcol e droga che è uscito dopo l'omicidio di Meredith . "Furti? Non risulta da nessuna parte. Si è strumentalizzato un episodio: quattro giorni prima dell'omicidio di Meredith andai a Milano con degli amici in un locale ad ascoltare musica. Poi ho perso di vista gli amici e non sapevo dove andare, mi sono affidato a uno sconosciuto che mi ha portato a dormire dentro un asilo di cui aveva le chiavi. Il giorno dopo è venuta la proprietaria dell'asilo, mi hanno portato in questura e trovato addosso un computer che avevo comprato in un mercato dell'usato a Roma. Un computer che poi risultò rubato". Da qui la denuncia per furto e ricettazione che peserà anche sulla vicenda successiva. 

Guede si sente di chiedere scusa "perché non ho fatto abbastanza per salvare Meredith. Lei, comunque, non ha avuto giustizia. Io voglio chiedere la revisione del processo". Ora in carcere sta cercando di costruirrsi un futuro: sta per laurearsi in Scienze storiche per la cooperazione internazionale e del territorio con una tesi su 'Metodologia e fonti del racconto storico', sul rapporto tra storia e mass media. All'interno del carcere lavora nell'infermeria centrale come addetto ai lavori e alle pulizie del reparto detenuti e dipinge. Il suo futuro lo vede ancora in Italia, possibilmente a Perugia: "Questa è casa mia", dice alla fine dell'intervista.