Giovedì 25 Aprile 2024

Beni sequestrati per 54 milioni di euro, ci sono anche immobili a Spoleto

Destinatari del provvedimento della Dia di Agrigento sono i fratelli Diego e Ignazio Agrò

Agenti Dia in azione (Ansa)

Agenti Dia in azione (Ansa)

Spoleto (Perugia), 27 gennaio 2015 - Ci sono anche degli immobili a Spoleto tra i beni sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Agrigento. Beni mobili e immobili per 54 milioni di euro che sono considerati riconducibili ai fratelli Diego e Ignazio Agrò, rispettivamente di 68 e 76 anni, originari di Racalmuto (Agrigento) ma da anni residenti ad Agrigento, che producono e commercializzano olio alimentare.

I decreti di confisca, emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento, presieduta da Luisa Turco, nascono dalla proposta avanzata dal procuratore di Palermo Bernardo Petralia. I due provvedimenti comprendono 58 immobili, tra fabbricati e terreni, in provincia di Agrigento, a Giardini Naxos (Messina) e a Spoleto ( Perugia); 12 imprese con sede ad Agrigento e provincia, a Fasano (Brindisi) e Petilia Policastro (Crotone); 56 tra rapporti bancari, postali e polizze assicurative. In Spagna sono stati confiscati sei fabbricati e tre imprese dedite a produzione e compravendita di olio. I fratelli Agrò erano stati arrestati nel luglio 2007, nell'ambito dell'indagine 'Domino 2' - relativa ad una serie di omicidi avvenuti all'inizio degli anni '90 in provincia di Agrigento - scaturita dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Maurizio Di Gati, già capo di Cosa nostra agrigentina. Erano stati condannati all'ergastolo (e poi assolti dalla Corte d'Appello, dopo il rinvio della Cassazione) per concorso nell'omicidio dell'imprenditore Mariano Mancuso, dopo che Salvatore Fragapane, all'epoca capo del mandamento mafioso, ne aveva deliberato l'uccisione. I due fratelli, seppur non organici, sono ritenuti contigui a Cosa nostra agrigentina.