Prosegue lo sciopero e il presidio dei call center Key for up e Overing

Al viceprefetto Andrea Gambassi e ai rappresentanti di palazzo Spada sono stati illustrati i motivi della protesta ed è stato chiesto appoggio nel sollecitare l'azienda e le società committenti

Call center (Foto archivio)

Call center (Foto archivio)

Terni, 2 marzo 2015 - Continua la protesta dei lavoratori dei call center Key for up e Overing di Terni, in sciopero e in presidio da venerdì, davanti alla struttura, contro una ventina di licenziamenti e il ritardo nel pagamento di metà degli stipendi. Stamani rsu e sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil sono stati ricevuti in prefettura, mentre nel pomeriggio, insieme ad alcuni lavoratori, si sono recati in Comune, dove era in corso il Consiglio. Al viceprefetto Andrea Gambassi e ai rappresentanti di palazzo Spada sono stati illustrati i motivi della protesta ed è stato chiesto appoggio nel sollecitare l'azienda e le società committenti, Eni e Telecom, «a chiarire la reale situazione del call center». «Abbiamo bisogno di parlare con i committenti - spiega Massimiliano Ferrante della Uiltucs Uil -, per capire se ci sono davvero difficoltà oggettive nell'attività come dicono i responsabili dell'azienda. Se il call center è classificato terzo a livello nazionale evidentemente i lavoratori il loro lavoro lo fanno». Nei giorni scorsi i vertici della società, anche questi ricevuti oggi in prefettura, avevano spiegato di avere perso la commessa con Eni, ma che la ventina di lavoratori sarebbero stati reintegrati a breve. In totale sono circa 140 i dipendenti delle due società (una decina dei quali hanno preferito non partecipare allo sciopero) che devono ancora percepire metà dell'ultimo compenso. Intanto il consiglio comunale ha votato all'unanimità un atto d'indirizzo nel quale si chiede al sindaco e alla giunta di «intervenire immediatamente» per «trovare una risoluzione della controversia in atto».