E’ scomparsa Elda Giovagnoni, l’ultima lavandaia di Pretola

Attraverso i suoi racconti è nato il filone di recupero del patrimonio culturale da parte dell’Ecomuseo del Tevere

COMPIANTA  Elda Giovagnoni era l’ultima lavandaia di Pretola

COMPIANTA Elda Giovagnoni era l’ultima lavandaia di Pretola

Perugia, 4 ottobre 2015 - SI È SPENTA all’età di novant’anni Elda Giovagnoni, “l’ultima lavandaia” di Pretola, vera e propria memoria storica di un mestiere nato lungo il fiume e che per decenni ha rappresentato la principale occupazione delle donne del villaggio. Prima dell’industrializzazione Pretola era la lavanderia della città di Perugia e vi erano circa 60 lavandaie. Attraverso i racconti di Elda è nato il filone di recupero del patrimonio materiale e immateriale da parte dell’Ecomuseo del Tevere. A partire dal 2005 l’associazione Ecomuseo del Fiume e della Torre si è impegnata nella riscoperta della memoria dei vecchi mestieri come quello delle lavandaie e il contributo di Elda è stato fondamentale per riscoprire un passato che si stava perdendo. La sua carismatica figura l’ha resa madre e custode della storia dell’abitato di Pretola e grazie ai suoi racconti è stato possibile ricostruire le storie di tutti i giorni, i mestieri quali quello delle lavandaie e dei carrettieri, le ricette, i nomi e i soprannomi della gente del paese, le tradizioni e i momenti di svago.

È STATA PROPRIO Elda ha raccontare la commemorazione di Carnevalino e a dare indicazioni al figlio, lo scultore Edoardo Pacioselli, su come ricostruire in ceramica il pupazzo celebrato ogni anno a Pretola a Carnevale. Elda è stata protagonista anche delle ultime due puntate di Sereno Variabile dedicate a Perugia e dintorni, nelle quali Osvaldo Bevilacqua chiede a Elda di raccontare di un passato che non c’è più. Elda seduta vicino al Tevere, in una giornata d’autunno, come quella che oggi l’ha portata via, dice a Bevilacqua: «Quando ho voglia di parlare col Tevere mi metto a guardarlo e i ricordi affiorano per poi sparire e sai dove sono andati? A Roma». Con la sua morte Pretola perde una delle sue pietre miliari che però ha avuto il tempo, la voglia e anche la pazienza di condividere la memoria con i più giovani, per non farla sparire.