«Ladri scatenati, sindaco e questore ci aiutino»

Le famiglie di San Vetturino sono esasperate: ‘Ben 23 colpi da giugno fino a oggi’

Ladri in azione

Ladri in azione

PERUGIA, 4 agosto 2015 - «I FURTI CONTINUI nelle abitazioni ci hanno portato alla disperazione e adesso temiamo anche per la nostra incolumità». Si sfoga Gerardo Calvio, residente di San Vetturino e membro dell’associazione per la vigilanza del quartiere alle porte del centro storico perugino. Dai primi di giugno a oggi, la zona è finita nel mirino dei ladri che sono entrati in azione ben ventitre volte, con colpi notturni riusciti ed altri solo tentati. «NEGLI ULTIMI venti giorni di luglio – spiega Calvio, che la scorsa settimana ha sorpreso i ladri mentre cercavano di entrare nella sua casa – ci sono stati sedici assalti, di cui quattro in una sola notte».

NUMERI da bollettino di guerra che neppure il servizio di vigilanza privata attivato nel quartiere è riuscito a contenere, mettendo in evidenza la situazione in tutta la sua gravità: «Non ne possiamo più – insiste Calvio – e viviamo continuamente nel terrore che un furto possa trasformarsi in qualcosa di più tragico. Il problema – aggiunge – non è il danno economico subìto, ma il pericolo per la sicurezza personale». La preoccupante escalation del fenomeno ha generato paura e rabbia tra le 250 famiglie che vivono a San Vetturino e Montebello (altra zona presa di mira dai malviventi), che adesso dicono «basta». Lo fanno con una lettera firmata dal comitato direttivo dell’associazione e indirizzata al sindaco, Andrea Romizi, e al questore di Perugia, Carmelo Gugliotta.

NERO SU BIANCO c’è la richiesta di un «incontro pubblico urgente per un esame congiunto della situazione e delle possibili soluzioni finora inapplicate o non sperimentate». In prima linea nella difesa del territorio dagli attacchi dei balordi c’è Attilio Solinas, neoconsigliere regionale e presidente dell’associazione.

«CI RIVOLGIAMO alle istituzioni – dice Solinas – per ottenere un pattugliamento ad hoc dell’area e l’installazione di telecamere di sorveglianza». Il lavoro dei vigilanti privati che percorrono la strada ogni notte macinando ottanta chilometri non basta. Ciò che serve è una presenza maggiore delle forze dell’ordine che, precisa Solinas, «sono tempestivamente intervenute ad ogni nostra richiesta ma a reato già commesso». Per prevenire i colpi occorre un «presidio continuo del territorio, permanente ed efficace».

UN SECONDO APPELLO, però, è rivolto ai residenti non ancora associati ma che tuttavia beneficiano della vigilanza privata: «Ad oggi – conclude Solinas – solo 130 famiglie della zona pagano un contributo mensile per il servizio che costa 50mila euro l’anno. Occorrono più iscritti per potenziare le pattuglie e intensificare i controlli, riducendo le spese tra gli abitanti. Se non ci saranno nuovi soci si rischia di dover interrompere il servizio».

Chiara Santilli