L’arte di riciclare ad arte nell’atelier di Ivana Pericoli

La stilista folignate crea cappelli e sciarpe uniche con cravatte e maniche vintage

Ivana Pericoli con una modella nel suo atelier di Foligno

Ivana Pericoli con una modella nel suo atelier di Foligno

Foligno, 24 giugno 2016- Si chiama Upcycling e si tratta del processo di riciclo tramite il quale i nuovi prodotti acquistano valore economico maggiore rispetto ai prodotti componenti originali. E’ questo il concetto alla base dell’arte-fashion di Ivana Pericoli che in un modo davvero sorprendente reinventa cravatte e maniche ma anche materiale in origine utilizzato per ben altro. La stilista folignate crea accessori molto particolari. Un’artista a tutti gli effetti che è riuscita a regalare a cravatte e altri accessori tipici del vestire maschile, un’eleganza tutta nuova. Non solo cravatte, ma anche maniche di giacche sono state rivisitate come morbidi e sensuali «abbracci». Con un tocco di femminilità e creatività, la stilista dà alle donne la possibilità di indossare questi articoli classici in modo del tutto insolito e sofisticato. Perchè cravatte all’origine, diventano fiori e collane da portare in situazioni formali e non, mentre le braccia degli uomini possono sempre racchiuderci e coccolarci, trasformate in sciarpe per il collo.

«Come è nata? Da una passione — racconta la stilista — a lungo tenuta in un cassetto. Fin da bambina mio padre mi regalava le stoffe disegnate dal mitico Fegarotti del negozio Myracae in via Frattina, dove lavorava.Tutto comicia da lì, da quel negozio romano frequentato dalle grandi attrici degli anni ’60, come Mila Stanic de “Il sorpasso” di Dino Risi.».

Il successo che l’ha portata a creare accessori utilizzati da grandi stilisti come Armani, ma anche Cruciani, Marina di Ripabianca e altri ancora, parte da una vetrina doc: Pitti.

«E’ vero — spiega Ivana —. E’ proprio a Firenze che ho conosciuto Armani cui le mie creazioni sono subito piaciute molto. E’ stato un autentico trampolino di lancio che mi ha dato molta visibilità».

I suoi accessori “top” oggi sono ricercatissimi. «Piacciono molto i miei cappelli _ ammette _ ma anche queste ‘insolite’ sciarpe e poi collane, bracciali e altro».

Ma come le è venuta l’idea delle cravatte?

«Quando ho perso mio padre, al quale ero molto affezionata, non riuscivo a staccarmi dalle sue giacche, le sue cravatte. E’ emerso così prepotentemente il desiderio di dare loro nuova vita».

E adesso?

«Mi occupo di progetti su commissione, capsule collection a tiratura limitata. Disegno accessori per grandi firme e realizzo pezzi unici. Attualmente sono impegnata in un progetto in Sud America che prevede il riutilizzo di tessuti batik africani. I miei accessori parlano un linguaggio ecologico. Per me il riciclo è il nuovo ‘nero’».

Foligno è un angolo piccolo di mondo, lontano dai centri della moda...

«Ho deciso di aprire il mio atelier in Umbria, fortunata porzione di terra in cui vivo, per il fermento spirituale ma anche artistico da cui è caratterizzata questa regione. Il mio spazio, settanta metri quadrati di emozioni, non è né un negozio né uno studio, ma entrambi. E comunque i miei accessori si possono trovare nei migliori negozi italiani ma soprattutto all’estero, specialmente in Giappone...».

Donatella Miliani