In soccorso degli antichi mestieri. "Borse di studio contro l’estinzione"

La Società operaia aiuta i giovani: ‘Così salviamo le botteghe’

In soccorso degli antichi mestieri «Borse di studio contro l’estinzione»

In soccorso degli antichi mestieri «Borse di studio contro l’estinzione»

— Perugia, 27 luglio 2014 - UNA NOBILE storia (ricca di umana solidarietà e di cultura) rilancia verso l’immediato futuro i ponti di un impegno sociale che da più di 150 anni è simbolo di straordinaria e civile convivenza. Le 15 Società di mutuo soccorso dell’Umbria stanno serrando, in modo congiunto, le fila per affrontare di più (e meglio) le emergenze di una crisi che, si sa, non risparmia gli operai e gli artigiani, molti senza lavoro e non pochi costretti a chiudere bottega. L’assemblea regionale, convocata pochi giorni fa, ha siglato propositi in linea con le urgenze del nostro tempo: «In certi casi può non bastare la mano pubblica. Serve anche l’apporto di quei privati che, forti solo della tradizione e del loro autonomo sostenersi, avvertono il bisogno di dare ulteriormente una mano concreta».

SI TRATTA, dunque, di riattualizzare interventi che fanno parte di una storia feconda, dedicata non solo agli operai, agli artigiani e agli artisti, ma in particolare ai vecchi, ai malati, alle vedove e agli orfani.

LA PIÙ DATATA Società umbra è quella di Perugia, nata nel 1861, all’indomani dell’unità d’Italia; la più affollata oggi è Gubbio, che ha più di 500 iscritti. Ognuno paga la quota mensile che va ad impinguare bilanci sostenuti nei decenni anche - per quantità bisogna dire ‘soprattutto’ - dalle elargizioni di una borghesia abbastanza illuminata. Uno sguardo ai curatissimi registri del passato e balzano in evidenza nomi di personaggi locali che hanno scritto pagine importanti. Soci di fatto o soci onorari. E l’archivio è una miniera degna di approfonditi studi. A PERUGIA (bella sede in via dei Priori), come altrove, è, dunque, significativo il ‘patrimonio’ immobiliare delle Società. E i bilanci non sono in rosso. L’attuale presidente di Perugia, Primo Tenca, artigiano orafo, precisa: «Da noi non ci sono bandiere politicamente separate. Il faro è l’assistenza. Ci anima il desiderio di testimoniare anche oggi la bellezza di vicende solidaristiche che, con scrupolo amministrativo e affettuoso impegno umano, si protraggono da tanto tempo. Ora vogliamo fare qualcosa di ulteriormente utile: pensiamo a borse di studio per sostenere i giovani disposti a imparare straordinari mestieri in via di estinzione. Quando chiude una bottega, non finisce soltanto una linfa economica, muoiono soprattutto valori culturali. Ce ne dovremmo ricordare tutti. Anche chi detiene le redini della pubblica gestione».

Gianfranco Ricci