Giovedì 18 Aprile 2024

Giuditta morta per asfissia da annegamento

Il giallo della studentessa trovata nel fiume Ofanto: l’autopsia non rileva segni di violenza / ERA ATTESA DAL MEDICO / LA TRAGEDIA

Giuditta Perna

Giuditta Perna

Perugia, 31 gennaio 2015 – NON CI SAREBBERO segni di violenza sul corpo di Giuditta Perna, la 27enne laureanda in Economia aziendale a Perugia (aveva già conseguito la triennale) il cui corpo senza vita è stato ritrovato giovedì mattina nel fiume Ofanto, in Irpinia, non lontano dalla sua abitazione. L’esito dell’autopsia, durata tre ore e mezzo ed effettuata dal medico legale Carmen Sementa, potrebbe confermare l’ipotesi del suicidio avanzata nell’immediatezza dagli investigatori. La 27enne, che a Perugia aveva abitato per cinque anni anche in un collegio di suore vicino alla Rocca Paolina, al momento del ritrovamento era completamente vestita. Potrebbe essere deceduta per un’asfissia per annegamento.

UNA DELLE SUE amiche, prima del ritrovamento del cadavere, aveva raccontato ai giornalisti: «Giuditta non avrebbe mai lasciato la sua famiglia senza avvertire. Non credo assolutamente al suicidio né a una fuga. Era troppo legata ai genitori e alla sorella». Chiaramente l’inchiesta sulla morte della studentessa non si ferma qui. Il magistrato inquirente sta approfondendo gli ultimi contatti avuti dalla giovane. Soprattutto le chiamate (in entrata e in uscita, attraverso i tabulati) e gli sms. La studentessa universitaria si apprestava a conseguire il titolo magistrale in Umbria. Ma, purtroppo, il destino non glielo ha permesso. La giovane era scomparsa nel pomeriggio del 21 gennaio. La sua auto, una Fiat Grande Punto, venne ritrovata parcheggiata in località Pietra dell’Oglio, a poche decine di metri dal ponte del fiume Ofanto. Carabinieri e vigili del fuoco, sin dal giorno successivo alla scomparsa, denunciata dai genitori che vivono a Ruvo del Monte (Potenza), per giorni hanno setacciato palmo a palmo gli argini del fiume e la zona circostante. Mercoledì sera a Calitri, in provincia di Avellino, dove la giovane tornava dopo gli impegni universitari, i paesani avevano dato vita a una affollata fiaccolata per sollecitare le autorità a non interrompere le ricerche. L’indomani la drammatica scoperta.

LE INDAGINI per risalire alle cause che hanno determinato la morte della giovane sono coordinate dal pm Adriano Del Bene, il quale nei giorni scorsi ha acquisito il computer della ragazza per cercare elementi utili a ricostruire il caso. Giuditta aveva lasciato la sua auto aperta, con all’interno la borsa e i documenti, ma non il telefonino che dal giorno della scomparsa risultava spento. Forse pure quello risucchiato dalle acque gelide dell’Ofanto.