Servillo e la Piccolo per l’ultimo saluto all’«umbro» Ronconi

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MOLTO AMATO Luca Ronconi, un grande del teatro italiano

MOLTO AMATO Luca Ronconi, un grande del teatro italiano

Perugia, 25 febbraio 2015 - NON CE L’HA FATTA a contenerli tutti, la piccola chiesa dei Santi Andrea e Biagio. Perché il mondo dello spettacolo e del teatro italiano si è riversato in massa, ieri pomeriggio, a Civitella Benazzone, piccolo borgo sulle colline di Perugia, per tributare l’ultimo, commosso saluto a Luca Ronconi. Il grande, rivoluzionario regista aveva scelto funerali in forma privata nella ‘sua’ Umbria, a pochi chilometri dal casolare di Santa Cristina di Gubbio dove viveva e dove aveva creato una scuola di teatro. E ieri, per la cerimonia funebre, sono arrivati in più di duecento tra amici, persone care, familiari, attori (tantissimi, volti più o meno noti) collaboratori e allievi. I più affranti e desolati, spesso in lacrime, abbracciati l’uno all’altro per farsi coraggio.

LA CERIMONIA è iniziata in anticipo, mentre il paese si riempiva lentamente di presenze. La bara, coperta di fiori bianchi, ha fatto il suo ingresso nella parrocchia alle 14.45 e subito è cominciata la messa, officiata dal parroco di Civitella, don Roberto Biagini e dal vescovo ausiliare di Perugia, monsignor Paolo Giulietti. «Si è chiuso un sipario tra gli applausi ma noi siamo qui per celebrare un’altra scena che si apre sul fronte dell’eternità», ha detto monsignor Giulietti che ha elogiato la vita di Ronconi «consacrata a servire gli uomini attraverso il teatro. Noi celebriamo la speranza che tutto abbia un senso, il destino eterno oltre i gesti di amicizia e di pietà. Vale la pena esaltare le passioni ricevute da Dio, vale la pena educare le nuove generazioni».

AD ASCOLTARLO, dentro la chiesa e soprattutto fuori, nella piazza gremita, una folla commossa e silenziosa. In un angolo, c’è Toni Servillo che preferisce non dire nulla, al suo fianco Anna Bonaiuto e poi Ottavia Piccolo (in questi giorni nei teatri umbri con «7 minuti»), Vinicio Marchionni, Fausto Russo Alesi, Maria Paiato, Giovanni Crippa, Francesca Ciocchetti, Raffaele Esposito, Francesco Siciliano, Simone Toni, Riccardo Bini, i perugini Francesco Bolo Rossini e Michele Nani. Il maestro li ha diretti tante volte, loro lo ricordano commossi. Ci sono i giovani allievi, i collaboratori del Centro teatrale di Santa Cristina, i direttori del Teatro Stabile dell’Umbria Franco Ruggieri e del Festival dei Due Mondi, Giorgio Ferrara, da Milano è arrivato il direttore del Piccolo, Sergio Escobar. E poi la presidente della Regione Catiuscia Marini, l’assessore regionale Fabrizio Bracco, l’assessore alla cultura di Perugia, Teresa Severini, il sindaco di Gubbio, Filippo Maria Stirati.

DOPO IL FUNERALE, la bara è ripartita alla volta di Milano per la cremazione. Tra una settimana, le spoglie di Ronconi torneranno per essere sepolte proprio nel cimitero di Civitella Benazzone, nella cappella di famiglia, dove già riposano la madre e altre persone che gli furono particolarmente care, come la storica assistente Nunzi Gioseffi. Una cappella, semplice e spoglia, modernamente francescana, che fu costruita nel 2000, su disegno dello stesso regista che voleva esprimere lo spirito umbro, aiutato dall’amico-architetto Matteo Ferroni.

Sofia Coletti