Fecondazione eterologa: "Coppie disperate potranno avere un figlio". In Umbria l'omologa è gratuita

Parla il ginecologo Gian Francesco Brusco. La Regione al lavoro sull’eterologa

Un medico in ospedale (Foto di repetorio)

Un medico in ospedale (Foto di repetorio)

Umbria, 6 settembre 2014 - «CI SONO coppie disperate che hanno una motivazione altissima ad avere un figlio. Ci sono coppie che si indebitano per ricorrere alla fecondazione eterologa. Prendono e partono nonostante i costi alti e, in questi giorni, dopo il sì delle Regioni all’eterologa le telefonate al nostro centro di sterilità si sprecano. Per molte coppie, d’ora in poi, sarà possibile diventare genitori». Gian Francesco Brusco è il ginecologo di riferimento del Centro di sterilità dell’ospedale di Perugia. Snocciola i dati di un fenomeno spesso ‘nascosto’ nelle tante case di quanti un figlio non riescono ad averlo. Per problemi di età, per problemi di patologie. «Patologie — spiega Brusco — che colpiscono sempre più gli uomini, anche giovani». Fino ad ora voi avete praticato la fecondazione omologa. Che rischieste avete? «Tantissime. Noi riusciamo a fare circa 300 cicli l’anno di fecondazione assistita (fivet) e sui 400 cicli di inseminazione semplice, intrauterina». Vengono anche da fuori regione? «Circa il 20 per cento sono di Marche, Lazio e bassa Toscana ma ci arrivano coppie anche dalla Calabria e dalla Puglia. Da tutta Italia, abbiamo una struttura che limita tantissimo le liste d’attesa».  In quanti riescono a diventare genitori? «Oltre il 30, 35 per cento ma molto dipende dall’età della donna. A 30 anni una ragazza su due riesce ad ottenere la gravidanza. Per quella di 42 anni è un po’ più complicato». Come funziona e quanto costa con il servizio sanitario? «In Umbria ci sono tre tentativi gratuiti, al di sotto dei 42 anni, per la fecondazione omologa e quattro per l’inseminazione semplice. Da noi, una delle poche regioni in Italia, è completamente gratuita per le donne umbre e si paga un ticket di appena 35 euro per le donne di fuori regione». E se non riescono i tentativi gratuiti? «L’omologa costa circa 2mila euro che comunque è molto al di sotto delle cifre di altre regioni. Nel privato ci vorrebbero 4 o 5 mila euro e si arriva a 10mila euro per l’eterologa».  Le coppie che si sono rivolte a voi e non sono riuscite a procreare con l’omologa sono state costrette ad andare fuori? «Tanti sono andati all’estero perché chiaramente patologie come l’esaurimento dell’ ovaio o problemi da parte dell’uomo spesso non sono superabili con l’omologa. Partono con una motivazione altissima. Da quando si sono aperte le porte all’eterologa. Attualmente attendiamo le determinazioni della Regione ma sembra che sarà inserita nei livelli essenziali di assistenza. Una questione su cui ci battiamo da anni». E poi ci vorrà un’organizzazione quanto a banca dati di spermatozoi e ovuli? «Sarà un grande lavoro» Lei è d’accordo con l’apertura all’eterologa, imposta dalla Consulta e recepita dalle Regioni? «Assolutamente sì, la legge 40 ha messo paletti che era giusto mettere ma è stata completamente stravolta con limitazioni assurde che non avevano niente di medico. Bisogna ricordare che la sterilità è una malattia: né un vezzo, né una voglia. Vengono da noi coppie disperate e quando incontro persone che sono riuscito ad aiutare sono contento e per loro sono il padreterno, tanto era il desiderio. Con l’eterologa aumenteranno le coppie che avranno un figlio». Ma la sterilità è in aumento? «Tantissimo o forse perché sono tantissimi i metodi che ci consentono di fare diagnosi. Io me ne interesso da 25, 28 anni ed è aumentato in maniera incredibile. Sopratutto per gli uomini con una percentuale molto alta anche tra ragazzi di 20, 25 anni. Ci sono da farsi tante domande».