«Epilessia e sport», quando l’atleta è affetto da questa patologia. Convegno a Todi

Domani all’ospedale di Pantalla esperti a confronto per tracciare le nuove linee guida

NEUROLOGO Il professor Federico Vigevano dell’ospedale  Bambin Gesù

NEUROLOGO Il professor Federico Vigevano dell’ospedale Bambin Gesù

Todi, 22 maggio 2015- Neurologi, medici dello sport, psicologici, pediatri, medici legali e giornalisti si incontreranno domani (ore 9-13 circa) nella sala convegni dell’ospedale della Media Valle del Tevere per parlare di «epilessia e sport», un tema che nel nostro Paese interessa molte persone. L’evento, organizzato dal servizio di Medicina dello sport del distretto del Perugino della USL Umbria 1, diretto dal dottor Bruno Stafisso, darà un inquadramento clinico e terapeutico dell’epilessia con un focus sull’attuale normativa italiana che nega o limita ai soggetti epilettici la pratica dello sport agonistico.

In anteprima nazionale saranno poi presentate le nuove linee guida su epilessia e sport da cui sarà estratto un documento da presentare al Ministero della Salute con la proposta per una nuova legge volta ad estendere l’idoneità alla pratica sportiva agonistica, per alcune discipline, anche a soggetti con epilessia. La giornata proseguirà alle ore 11 con una tavola rotonda dedicata all’informazione e alla comunicazione organizzata dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria in sinergia con il servizio di Medicina dello Sport di Perugia.In Italia l’1% della popolazione, circa 500mila persone, soffre di questa patologia. E visto che l’80% di tutte le forme di epilessia inizia prima dei 20 anni, non è difficile comprendere come la problematica epilettologica investa soprattutto coloro che, in età evolutiva, iniziano a svolgere un’attività sportiva, in non pochi casi di tipo agonistico. Va da sé che tutti i cittadini dovrebbero poter praticare una attività sportiva, anche se affetti da epilessia, purché la stessa non ne comprometta l’incolumità. Ancora oggi, tuttavia, vige la consuetudine di negare l’idoneità alla pratica sportiva agonistica a soggetti con epilessia. Eppure non pochi campioni, in differenti discipline sportive, hanno presentato, o presentano, crisi di natura epilettica.

Come C.M., campione del mondo dei superleggeri nel 1987, il cestista USA B.J., la ciclista francese M.C., e il nostro famoso mezzofondista S.A.

Gli sport motoristici, l’alpinismo, gli sport acquatici in genere, il paracadutismo, il deltaplano e similari e comunque tutti quelli che presentano un rischio di danno a sé o agli altri in caso di perdita di coscienza da crisi comiziale vanno ovviamente vietati agli epilettici.Tutti gli altri invece possono essere consentiti in assenza di crisi da almeno 2 anni, con la raccomandazione per l’atleta di assumere costantemente la terapia.Ma la normativa viene interpretata e applicata in modo differente nel nostro Paese. Un gap da sanare.

Di questo ma anche del diritto alla privacy (dove finisce il diritto di cronaca per i giornalisti quando si parla della salute degli atleti che praticano attività agonistica?) si parlerà dunque domani a Pantalla, con la partecipazione, in veste di relatori dei migliori esperti del settore provenienti da tutta Italia.

Dal Bambin Gesù il professor Federico Vigevano e il dottor Nicola Specchio, dall’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia la dottoressa Teresa Anna Cantisani, dall’ospedale Santa Maria di Terni il dottor Domenico Frondizi, e inoltre il presidente della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) Giuseppe Capovilla e numerosi medici sportivi e professionisti dell’Umbria. Parteciperanno per la USL Umbria 1 il direttore sanitario Diamante Pacchiarini, il responsabile della Medicina dello Sport Perugia Bruno Stafisso e i medici sportivi Paola Burani e Barbara Ceccaccio. Il programma della giornata prevede anche una tavola rotonda dedicata all’informazione e alla comunicazione. Specialisti affronteranno un tema tanto delicato, soprattutto nell’epoca di internet, con i giornalisti Roberto Conticelli (segretario dell’ordine dei giornalisti dell’Umbria) e Donatella Miliani. Dove finisce il diritto di cronaca e dove inizia il diritto alla privacy degli atleti professionisti rispetto alle loro patologie e alle loro condizioni di salute?