«Epilessia e sport», dall’Umbria le nuove linee guida per l’idoneità agonistica

Presentate in anteprima al convegno nazionale di Todi verranno ora sottoposte in un documento al Ministero della Salute

UN GRANDE CAMPIONE Salvatore Antibo,  vincitore di tante medaglie d’oro e d’argento

UN GRANDE CAMPIONE Salvatore Antibo, vincitore di tante medaglie d’oro e d’argento

Perugia 25 maggio 2015- Sono state presentate in anteprima nazionale a Todi al convegno organizzato in sinergia dal servizio di Medicina dello sport del distretto del Perugino della Usl Umbria 1, diretto dal dottor Bruno Stafisso, e l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, le nuove linee guida su epilessia e sport. Linee da cui sarà estratto un documento da presentare al Ministero

della Salute con la proposta per una nuova legge volta ad estendere l’idoneità alla pratica sportiva agonistica, per alcune discipline, anche a soggetti con epilessia. L’obiettivo è quello di dare un inquadramento clinico e terapeutico dell’epilessia con un focus sull’attuale normativa italiana che nega o limita ai soggetti epilettici la pratica dello sport agonistico. In Italia l’1% della popolazione, ovvero circa 500mila persone, soffre di questa patologia. E visto che l’80% di tutte le forme di epilessia inizia prima dei 20 anni, non è difficile comprendere come la problematica epilettologica investa soprattutto coloro che, in età evolutiva, iniziano a svolgere un’attività sportiva, in non pochi casi di tipo agonistico. Va da sé che tutti i cittadini dovrebbero poter praticare una attività sportiva, anche se affetti da epilessia, purché la stessa non ne comprometta l’incolumità. Ancora oggi, tuttavia, vige la consuetudine di negare l’idoneità alla pratica sportiva agonistica a soggetti con epilessia. Eppure non pochi campioni, in differenti discipline sportive, hanno presentato, o presentano, crisi di natura epilettica. Come C.M., campione del mondo dei superleggeri nel 1987, il cestista usa B.J., la ciclista francese M.C., e il nostro famoso mezzofondista S.A. Gli sport motoristici, l’alpinismo, gli sport acquatici in genere, il paracadutismo, il deltaplano e similari e comunque tutti quelli che presentano un rischio di danno a sé o agli altri in caso di perdita di coscienza da crisi comiziale vanno ovviamente vietati agli epilettici. Tutti gli altri invece, il volley, il basket, il tennis, l’atletica, lo sci e altri possono essere consentiti in assenza di crisi da almeno 2 anni, con la raccomandazione per l’atleta di assumere costantemente la terapia. Ma la normativa viene interpretata e applicata in modo differente nel nostro Paese. Un gap da sanare. Ora con le nuove linee guida ufficializzate a Todi si punta a rendere uniforme l’applicazione della legge e soprattutto a creare una sinergia tra il medico di base (o il pediatra), il medico dello sport e l’epilettologo il cui parere diventa fondamentale. Il convegno è servito anche per porre le basi di una nuova forma di confronto costruttivo con gli organi d’informazione in particolare per quanto riguarda la comunicazione di dati ’sensibili’ sullo stato di salute degli atleti professionisti e non. Al convegno hanno partecipato dal Bambin Gesù il professor Federico Vigevano e il dottor Nicola Specchio, dall’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia la dottoressa Teresa Anna Cantisani, dall’ospedale Santa Maria di Terni il dottor Domenico Frondizi, e inoltre il presidente della Lega Italiana Contro l’Epilessia (Lice) Giuseppe Capovilla e numerosi medici sportivi e professionisti dell’Umbria. Presente anche il direttore sanitario della Usl Umbria 1 Diamante Pacchiarini.

Don. Mil.