Caterina, il suo racconto-choc ai Diari di Pieve

Tra gli otto finalisti del Premio anche la storia di anoressia della sedicenne tifernate

RAGAZZINA Caterina Minni ha scritto della sua tormentata vicenda poi superata con forza

RAGAZZINA Caterina Minni ha scritto della sua tormentata vicenda poi superata con forza

Arezzo, 25 LUGLIO 2105 -  HA DECISO di scrivere la sua storia di anoressica e lo straordinario racconto è finito tra gli otto finalisti del Premio Pieve Saverio Tutino 2015 di Pieve Santo Stefano. Lei è la tifernate Caterina Minni, ora sedicenne e quando decide di rivivere la sua drammatica vicenda personale, ha solo 14 anni.

«Caro papà finalmente ho trovato il coraggio di scriverti, vivo ancora nel ricordo di te che mi cullavi tra le braccia, forti ma delicate. Mi sentivo così amata e leggera».

Caterina ha la maturità di un’adulta nel raccontare quando, a 12 anni, scelse di «bloccare la mia crescita, di rimanere piccola e leggera, come ai tempi in cui i tuoi sguardi erano indirizzati a me e sentivo il tuo amore».

Si tratta dunque della più giovane diarista in finale le cui parole sono come una coltellata che squarcia la dura realtà di tante famiglie e di tante bambine minacciate dalla malattia. Caterina, che ha frequentato il liceo artistico a Sansepolcro, per suggellare la sua successiva guarigione si farà poi tatuare una fenice, simbolo di rinascita.

A settembre è prevista l’anteprima del Premio ad Arezzo. Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell’Archivio diaristico, ha detto descrivendo la storia della ragazzina di Città di Castello: «Ci ha donato un pezzo della sua vita». E tra le candidate al successo della trentunesima edizione del Premio c’è proprio Caterina: dopo l’anteprima ad Arezzo, la finale con la proclamazione del vincitore si terrà, come da tradizione, a Pieve Santo Stefano, dal 18 al 20 settembre.

SI TRATTA di otto storie, un affresco del Novecento con un filo comune, i grandi anniversari, i cento anni della prima guerra mondiale, i 70 anni dalla Liberazione che ha hanno suggerito il titolo «ConMemoriAmo 70-100». «Una formula – ha spiegato la Cangi – che racchiude la filosofia di vita dell’Archivio e i temi di fondo del Premio». di FABRIZIO PALADINO