Ignoravano di avere il diabete: grazie ad Aild e Federfarma possono curarsi

Il progetto umbro di screening gratuito del diabete alla ribalta nazionale nel concorso #5innovazioni: 7244 persone intervistate, 174 nuovi casi scoperti

Il professor Paolo Brunetti, presidente dell'Aild

Il professor Paolo Brunetti, presidente dell'Aild

Perugia, 21 maggio 2016 - Centosettantaquattro nuovi casi di diabete scoperti in umbria grazie al progetto di Associazione italiana Lions (Aild) per il diabete e Federfarma Umbria. Centosettanquattro persone che non sapevano di essere malate e che oggi possono tempestivamente iniziare un percorso di cura in grado di evitare le serie complicanze che questa patologia comporta. E' proprio Federfarma Umbria a rendere noti i risultati delle cinque campagne promosse in sostegno dell'Aild, l'ultima delle quali dal 2 al 6 maggio scorsi. L'associazione sindacale dei titolari di farmacia è da tempo impegnata in campagne di promozione della salute. La collaborazione con Aild ha raggiunto anche la ribalta nazionale, tanto da essere stata selezionata in un concorso nazionale promosso dalla società Sanofi e denominato #5innovazioni.

"Cinque progetti innovativi, tante storie di diabete e normalità. Tra queste quella dell’umbro David Panichi e di suo fratello Luca - si legge in una nota di Federfarma - Lo scorso giovedì pomeriggio a Roma si è chiuso il contest Sanofi sul diabete denominato #5innovazioni per i cinque migliori progetti di salute italiani sviluppati sul diabete. Tra queste 5 eccellenze c’era anche il progetto umbro firmato da Associazione Italiana Lions per il Diabete e Federfarma Umbria: lo screening informatizzato della popolazione residente realizzato attraverso le “giornate per il diabete” organizzate ogni sei mesi in Umbria con gazebo in piazza e il coinvolgimento di quasi tutte le farmacie umbre associate a Federfarma. Un progetto collaudato che in due anni di vita a quasi 200 persone ha restituito l’informazione, a loro ignota, di essere malate di diabete".

Dal 2014 a Maggio 2016 Federfarma e Aild hanno realizzato cinque campagne regionali di screening gratuito del diabete (aprile e novembre 2014, aprile e novembre 2015, maggio 2016), riuscendo a contattare 7244 persone, in prevalenza donne (54,87%) e nella maggioranza dei casi (59,3%) al di sotto dei 65 anni. Le quattro campagne sul diabete di Federfarma e Aild hanno evidenziato come il 25,50% delle 6.588 persone che si sono sottoposte allo screening (sul totale delle 7244 contattate) abbiano manifestato un rischio tra l’elevato (una probabilità su tre) e uno molto elevato (una probabilità su due) di finire in diabete. Non solo: il test della glicemia, che è stato eseguito da 7.206 persone, ha permesso di diagnosticare anche 386 casi di diabete conclamato, 174 dei quali non diagnosticati in precedenza. Ovvero, grazie alle campagne di screening di Federfarma e Aild 174 persone hanno scoperto di essere diabetiche e hanno quindi potuto avviare con i propri medici di famiglia i percorsi clinici previsti in questi casi. Altre 652 persone sono state trovate in situazione molto critica, definita di pre-diabete. I dati delle cinque campagne sul diabete promosse da Federfarma e Aild raccolti in un unico dossier evidenziano come le attività di informazione e di sensibilizzazione riguardo a una malattia subdola perché silente nella sua sintomatologia iniziale non possano conoscere soluzioni di continuità, ma, anzi, debbano essere rilanciate con forza magari trovando anche la collaborazione di altri partner al fine di allargare sempre più il numero di persone sottoposte a monitoraggio. Il progetto Aild – Federfarma sul diabete ha superato le severissime selezioni del contest nazionale #5innovazioni al quale hanno partecipato altre 38 associazioni distribuite su tutto il territorio nazionale. Giovedì a Roma, nella festa conclusiva del concorso, dopo aver ascoltato le testimonianze e l’entusiasmo di molte persone, anche e soprattutto ragazzi che nonostante il diabete conducono una vita normale caratterizzata da sport e passioni artistiche o professionali, la giuria presieduta dal segretario nazionale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso, ha decretato il vincitore del concorso che si è aggiudicato un assegno da 20mila euro per potenziare il proprio progetto. L’Umbria ha sfiorato la vittoria mancandola di un soffio, ma gli apprezzamenti della giuria composta tutta da tecnici è stato unanime. Ad aggiudicarsi il premio è stata la Puglia con il progetto promosso dall’associazione Apgd, Associazione pugliese per l’aiuto al giovane con diabete.

“Il premio promosso dalla Sanofi – dichiara il presidente di Federfarma Umbria, dottor Augusto Luciani - è stato un’ottima occasione di confronto con altre realtà locali, anch’esse impegnate ad altissimi livelli nella promozione della salute e delle corrette pratiche per affrontare una patologia ad alto impatto sociale come il diabete. Anche se non abbiamo vinto, l’essere arrivati tra i cinque finalisti nazionali dopo severissime selezioni alle quali sono stati sottoposti i 38 progetti nazionali presentati è per noi motivo di grande soddisfazione e orgoglio perché attesta, ancora una volta, il fondamentale ruolo delle farmacie in un Servizio Sanitario Nazionale che vuole, e forse deve, aprirsi ulteriormente al territorio per raggiungere gli obiettivi contenendo i costi. La giuria del premio #5innovazioni ha messo in evidenza proprio questo aspetto: le farmacie, anzitutto per la loro capillarità territoriale, ma anche per le professionalità e le tecnologie in esse presenti costituiscono l’avamposto del sistema sanitario nazionale; un loro maggiore coinvolgimento nelle campagne di informazione, prevenzione e monitoraggio porterebbe un contributo utile e incisivo nella riorganizzazione delle politiche sanitarie nazionali. I risultati del progetto sviluppato da Aild e supportato in maniera convinta da Federfarma Umbria stanno a dimostrarlo: in poco più di due anni di collaborazione abbiamo scoperto 174 casi di diabete di altrettante persone che non sapevano di averlo. Ciò ha permesso loro di rivolgersi al proprio medico curante prima che si sviluppassero ulteriori complicanze il cui costo, sociale ed economico, sarebbe stato assai più gravoso”.