Sagra Musicale Umbra, finale evento al Morlacchi

Il direttore Alberto Batisti traccia il bilancio. "Una forza attrattiva catalizzante"

Il direttore d'orchestra Juraj Valcuha

Il direttore d'orchestra Juraj Valcuha

Perugia, 18 settembre 2016 - La Sagra Musicale Umbra chiude oggi il suo viaggio nella spiritualità con un grande, sontuoso  concerto al teatro Morlacchi: alle  18 il maestro Juraj Valcuha dirige l’Orchestra Haydn e il Coro da Camera Sloveno in due partiture che suggellano in modo potente questa 71° edizione. Lo racconta il direttore artistico  della Sagra,  Alberto Batisti,  pronto anche a tracciare il bilancio di una manifestazione dagli esiti felici ed entusiasmanti, che ha avuto il suo «vertice ideale» nel concerto di venerdì a San Pietro, ultimo atto del concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra «Premio Siciliani». Per la cronaca, la vittoria è andata ex-aequo al pianista e organista Julian Darius Revie e al compositore milanese Carlo Alessandro Landini. Maestro Batisti, come sarà il concerto finale al Morlacchi? «Si ascolteranno due partiture della stessa terra, le due massime composizioni boeme. Da una parte,  Dvorak con la sinfonia «Dal nuovo mondo», la più popolare del suo repertorio,  amatissima dal pubblico». Come si completa il programma? «Con una partitura molto più rara che richiede una spiegamento di forze eccezionale: sul palco avremo 120 musicisti per la «Missa Glagolitica di Janacek, personaggio unico della storia della musica. La Missa è scritta nell’antica lingua slava, è  un canto che viene dall’energia della terra e degli essere umani. Una pagina di sconvolgente novità,  dall’effetto travolgente, emozionante, non assomiglia a niente» Per la Sagra e per Perugia ha un valore particolare? «Sì, perché la prima esecuzione italiana avvenne proprio alla Sagra nel 1950, fu Siciliani a presentarla per la prima volta in Italia, è  torna altre volte ed è uno dei capitoli della storia più illustre della Sagra. L’ho voluta riproporre a tutti i costi, è una delle pagine più eloquenti delle spiritualità del ’900, nata tra le due guerre» Si arriva al gran finale. Ma come è andata la Sagra? «Molto bene, ho visto tanta folla, tanta emozione, tanta gratitudine nei volti delle persone per aver vissuto esperienze particolari, uniche. Penso al concerto di Fresu, al Requiem di Mozart ad Assisi, in memoria di Buitoni, al concerto finale del concorso a San Pietro». Lo considera un vertice.. «Già, la presenza carismatica e rarissima di Arvo Part, immerso nella spiritualità, ha dato al pubblico il senso dell’evento eccezionale, il  coro ha fatto miracoli, il cardinale Ravasi era l’immagine della meraviglia». Insomma la Sagra conferma la sua forza? «Conferma la sua grande vitalità, la forza attrattiva catalizzante. Ho visto la fidelizzazione del pubblico molte persone che vengono da fuori. Si sta diffondendo la fama di specialità,  alla Sagra si ascoltano proposte che non sono percorribili altrove. Spero che i perugini accorrano al concerto finale con questo entusiasmo collettivo, con gioia di vivere la musica e nutrirsi di bello».